Atlante di Torino




image-1Cassa di Risparmio
Nel 1827 fu costituita dal Comune la Cassa di Risparmio di Torino sulla preesistente Cassa de’Censi, prestiti e annualità avviata nel 1795.
Nel 1840 le sommme depositate erano di L. 350.735 divise in 1.925 depositi. Chiunque poteva depositare, almeno 1 lira e non più di 2.000. Sui depositi ogni semestre veniva riconosciuto un interesse del 3%. Ogni somma eccedente le 2.000 Lire restava infruttifera.

Intanto era già operativa la Compagnia di San Paolo con l’attività assistenziale, l’azione in campo finanziario attuata anche tramite un suo Monte di Pietà, creato già nel 1579 nella sede attuale.
Nel 1847 su iniziativa di alcuni banchieri setaioli e protestanti (Barbaroux, Nigra, Bolmida, De Fernet, Soldati, Casana) fu costituita la prima banca commerciale moderna, la Banca di Torino che svolgeva le normali operazioni creditizie congiuntamente all’emissione di biglietti di banca.
Nel 1849 la Banca di Torino si fonde con la Banca di Genova dando origine alla banca Nazionale degli Stati Sardi che divenne l’unico istituto di emissione dello stato pur conservando la facoltà di esercitare il credito commerciale e di accettare depositi a interesse.

Vi furono anche altre banche: la Cassa di Sconto, il Banco di Sete e una banca di credito mobiliare specializzata negli investimenti a lungo termine denominata Cassa del Commercio.
Le banche Torinesi si diffusero in tutta la penisola assumendo il controllo della finanza italiana. La Banca Nazionale Sabauda divenne la Banca Nazionale del Regno d’Italia antesignana della Banca d’Italia.
Nacquero il Credito Mobiliare il Credito Italiano, la Banca Anglo-italiana, la Banca di Torino che sostennero gran parte dello sviluppo economico del nuovo stato.

Nella Torino di fine ottocento, travolta dalla crisi finanziaria, sopravvissero solo la Cassa di Risparmio e il Monte di Pietà gestito dalle opere pie di San Paolo più una manciata di banche private.