Atlante di Torino


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le vie che iniziano per A nel periodo napoleonico (1808)
 

Vie e luoghi della vecchia Torino che non ci sono più,

o hanno cambiato nome, ma non sono stati dimenticati.


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image-1CORTILE DELL'ABBONDANZA
Derivava il nome dalla omonima osteria che si trovava al numero sette della contrada di San Tommaso nell'isola di Sant'Eusebio .








image-1CONTRADA DELL'ACCADEMIA MILITARE O REALE
Era il primo tratto della contrada della Zecca (nuo­va), ora via Giuseppe Verdi, aperta nel 1669.
Qui aveva sede la Regia Accademia Militare, la cui origine risale al 1675-1677, anni della costruzione dell'edificio su progetto dell'architetto Amedeo di Castellamonte, per ordine di Carlo Emanuele II.

 



image-1CONTRADA DELL'ALBERO FIORITO
Appartiene alla Torino medioevale e corrisponde all'ultimo tratto della contrada Bellezia, dalla contrada del Senato alla contrada delle Ghiacciaie (cioè dall'attuale via Corte d'Appello a piazza Giulio).
Il nome derivò da un albergo sito in contrada del Senato 8, isola di San­t'Obertino, con ingresso pure dalla contrada dell'Albero Fiorito. Quando fu aperto il nuovo albergo della Dogana Nuova, al numero 13, questo tratto di contrada assunse il nome di contrada della Dogana Nuova.
Durante il pe­riodo di dominazione francese questo tratto di via fu battezzato rue des Maçons.
Secondo altri un'osteria dell'Albero fiorito sarebbe esistita presso la chiesa di San Domenico.

 

STRADA o CONTRADA DI ALESSANDRIA
In borgo di Po. Probabilmente la stessa strada detta pure di Superga e Chieri diretta poi ad Asti ed Alessandria.

image-1CORSO ALTACOMBA
Negli anni venti-trenta del secolo scorso era la denominazione dell'attuale corso Svizzera.
L'abbazia reale di Altacomba (Hautecombe in francese) è stata un monastero cistercense, successivamente benedettino ed infine affidata alla Comunità Chemin Neuf, vicino a Aix-les-Bains nella Savoia francese. Da secoli è luogo di sepoltura e mausoleo storico dei membri di Casa Savoia.

 

 

 

 




image-1CONTRADA DEGLI AMBASCIATORI
Creata col secondo ampliamento di Torino. Corrisponde al tratto dell’attuale via Bogino compreso tra le vie Giolitti e Maria Vittoria. Durante il periodo napoleonico divenne rue des Ambassadeurs.




image-1CONTRADA DELL'ANATRA
Corrisponde al primo tratto dell'attuale via Monte di Pietà tra via Roma e via Viotti. Derivò il nome da quello di un omonimo albergo. Successivamente divenne il più importante e rinomato Albergo della Caccia Reale, anche la strada stessa prese il nome di contrada della Caccia. Quando nel 1615 si iniziò, su di­segni dell'architetto Vittozzi, lo sventramento per l'apertura della contrada Nuova (odierna via Roma), la prima isola detta di San Emanuele, compresa fra la piazza Castello e le contrade dell'Anello d'oro, dell'Anatra e le mura, era per buona parte del conte Francesco Martinengo Cavaliere dell' Annun­ziata, grande Scudiero e Luogotenente di S.A .
Verso piazza Castello erano le case di certo Nicotto, cameriere del duca Carlo Emanuele I e di Antonio Parentani, pittore di Corte e verso la contrada dell'Anatra erano alcune ca­supole (di cui alcune durarono fino al 1800) ed il Trincotto (gioco del pal­lone) di madama Caterina Meraviglia detta Varentina. L'area della casa del Nicotto e del Parentani, meno quanto occorreva per la contrada Nuova, fu donato dal Duca al Vittozzi, perché vi costruisse una casa per sé. Ma l'archi­tetto non riuscì a godere del dono essendo morto nell'anno stesso. Sull'area costruì invece un palazzo il conte San Martino di Agliè.

image-1CONTRADA DELL'ANELLO D'ORO
Appartiene alla parte più antica di Torino. Corrisponde circa alla via Viotti odierna.
Derivò il nome da un albergo attivo nella via.
Fu in seguito denominata via della Palma, dal nome di una osteria che sull'insegna aveva dipinta una palma.









image-1image-1CONTRADA D'ANGENNES O DEL TEATRO D'ANGENNES
Creatasi col secondo ingrandimento della città. Corrisponde al tratto del­ l'attuale via Principe Amedeo, compreso fra la piazza Carignano e piazza Vittorio Veneto.



image-1image-1BASTIONE DEGLI ANGELI
Era così chiamato da una chiesetta che gli sorgeva vicino.
Più tardi prese il nome di Bastion Verde.

 

 

 

image-1RUE DES ANGES
Così venne denominato durante l'occupazione francese il primo tratto dell'odierna via Carlo Alberto (già detta contrada della Madonna degli Angeli dall'omonima chiesa), tra l'attuale via Andrea Doria e la piazza Carlo Alberto.

 




image-1RUE DE L'ACQUEDUC
Venne così denominato durante l'occupazione francese l'ultimo tratto della contrada delle Orfanelle (attuale via delle Orfane), tra la contrada di Santa Chiara e il boulevard d'Italie (contrada delle Ghiacciaie e via Giulio attuali), forse per l'esistenza di un canale di scarico verso la Dora.
Vedi la «Contrà del Partiór» con cui era denominato un tratto dell’attuale via San Do­menico.

 

 

 


image-1CHEMIN D'ALLEXANDRE
In Borgo Po, era la prima parte della strada che conduceva ai Cappuccini partendo dall'attuale piazza Gran Madre.

 

 



image-1image-1CONTRADA DELL'ARCO
Fu creata nelle ampliazioni eseguite fra il 1814 ed il 1830, corrisponde al tronco dell'attuale via Accademia Albertina, fra il Giardino dei Ripari (Aiuola Balbo) ed il viale del Re (corso Vittorio Emanuele II d'oggi). Prese il nome appunto da un arco che si trovava nel giardino suddetto.

 

 

image-1CONTRADA DEGLI ARGENTIERI
Così era denominato il secondo tratto dell'odierna contrada di San Tommaso, fra la contrada del Monte di Pietrà e quella di Doragrossa (via Gari­baldi d'oggi).
Durante l'occupazione francese fu battezzata rue des Orfèvres. Contrada e cortile del Camelotto o Gamelotto, secondo il Cibrario si sarebbe così denominato quel tratto di via San Tommaso già chiamato contrada de­gli Ebrei e che più tardi fu detta degli Argentieri o degli Orefici. Avrebbe derivato questo nome dall'albergo del Camelotto.
Nel cortile si trovava il mercato dell'olio, del pesce salato, delle arance e della frutta secca. «Camelòt» in Piemonte era chiamato un panno leggero tessuto con lana di cammello e poi di capra.

 

 

image-1RUE D'ARCOLE
Così venne denominata sotto l'occupazione francese l'odierna via San Francesco da Paola.

 

 

 

 

image-1ISOLA ARMIDA
Ora scomparsa. Più o meno era davanti all'attuale ospedale delle Molinette

Vedi l'approfondimento sull'isola Armida





image-1PIAZZA DELL'ARRIVO DEL RE
Furono così chiamate la piazza della Gran Madre di Dio e Vit­torio Emanuele I (odierna Vittorio Veneto),
in memoria del rientro del re a Torino, avvenuto il 20 maggio 1814, dopo il lungo esilio durante la rivo­luzione francese ed il periodo napoleonico.

 

 

 



image-1BALUARDO DELL'ARSENALE - BOULEVARD de l'ARSENAL
Creato col primo ingrandimento della città, dopo l'abbattimento delle mura.
Viale che fiancheggiava il fabbricato dell'Arsenale verso mezzogiorno.
Cor­risponde circa al tratto dell'odierno corso Matteotti (già Oporto), fra la con­trada della Provvidenza (attuale via XX Settembre) ed il corso Re Umberto 1.

 

 

 

image-1image-1ASCOLI - AZZI, LE VIE SCAMBIATE
Negli anni 20 del secolo scorso la prima a sinistra di c. Racconigi, partendo da c. Peschiera era intitolata a Graziadio Isaia Ascoli (Gorizia, 1829 – 1907) linguista e senatore del Regno d'Italia nella XVI legislatura. Successivamente questa via è stata intitolata a Francesco Azzi (Napoli, 1914 – 1935) medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Combatté e morì il 25 dicembre 1935 nella guerra d'Africa orientale.
Dopo questo cambio via Graziadio Ascoli è stata spostata, ora è la prima a destra di c. Regina Margherita, partendo da via Livorno.

 

 



image-1RUE DE L'ATHENÉE
Così venne ribattezzato durante l'occupazione francese il secondo tratto della contrada della Zecca (attuale via Verdi), sulla quale si affacciava la fac­ciata del palazzo dell'Università. Il primo tratto, fiancheggiato dall'Accade­mia Militare, fu ribattezzato rue du Lycée.

 



image-1RUE D'AUSTERLITZ
Così fu ribattezzato, sotto la dominazione francese, il primo tratto della contrada dell'Arcivescovado fino alla contrada Nuova (attuale via Roma).








image-1PLACE AVANT COUR IMPERIALE
Così era chiamata la piazzetta Reale, avanti il palazzo Reale, durante la dominazione francese.

 

 


image-1BASTIONE DELL'AVVENTORE
Era situato all'angolo di nord ovest delle mura. Fu abbattuto dai francesi durante l'occupazione napoleonica e sostituito da un viale alberato.


 


La controversia dei viali
Nel 1851 si accese una polemica tra chi era favorevole ai viali alberati e chi proponeva di sopprimerli. I leaders di questi due fazioni furono il Ministro dei Lavori Pubblici Pietro Paleocapa (contrario ai Viali) e il Consigliere Comunale Carlo Promis (favorevole ai Viali). Di seguito, qualche frammento della discussione fra i due:
Pietro Paleocapa
"E' legittima la richiesta dei proprietari di sopprimere i Viali, in quanto la domanda vale tanto più quando si consideri che gli è solo nelle città meridionali che non è Torino che questi viali d'alberi in mezzo alle contrade possano consigliarsi. Nel clima e nella posizione di questa Capitale essi riescono più nocivi che utili; e deteriorano poi siffattamente la condizione dei fabbricati nella parte loro migliore che è quella che ha prospetto sulla pubblica via da farne scemare notevolmente il valore nel mentre stesso che ne ingombrano la prospettiva disaggradevolmente".
Carlo Promis
"Alle osservazioni che le alberate non bene si acconcino col clima nostro non abbastanza meridionale, si può contrapporre che questo vago ornamento abbellisce le città olandesi e germaniche, i boulevards francesi, gli square inglesi, e manca invece nelle città meridionali d'Europa. Torino, la più settentrionale tra le città italiane, aveva sin dal 1600 le più belle mura alberate d'Italia, come ha da questo secolo le più belle passeggiate suburbane. I nostri alberi capitozzati non proiettano lunghe ombre, e la mancanza delle foglie nei sei mesi dell'anno nei quali è più necessaria l'azione del sole, fa sì esso possa allora liberamente colpire gli edifici, senza troppo molestarli nella state. Aggiungasi che dove sono viali alberati, evvi anche tra le due fronti una distanza di 50 metri, cosicchè liberissima e potente vi è la circolazione d'aria".


Ordinato Municipale del 21 Maggio 1808
"Considerando che l'attuale suddivisione della Città per isole designate da numeri formanti quattro serie e la numerazione delle porte con una serie sola, presentano l'inconveniente di esigere tre e perfino quattro indicazioni per conoscere la situazione di una casa.... e che è vantaggioso stabilire un modo più semplice che riduca a due le indicazioni necessarie... :

Art. 1°. - Sarà dato un nome alle Vie, Viali, Piazze, Vicoli, Bastioni. I nomi si dipingeranno ad olio sull'angolo delle isole; una cartella superiore presenterà il nome della Sezione
Art. 2°. - Ogni porta avrà un numero dipinto ad olio. Ogni Via, Piazza, Vicolo, Viale, Bastione avrà la propria serie di numeri cominciando dall'uno. I numeri dispari saranno a destra del corso dell'acqua, i pari a sinistra; sui Bastioni seguiranno la serie naturale.
Art. 3°. - Le vie parallele a quelle della dora si distingueranno dalle trasversali mediante un diverso colore nel bordo dell'iscrizione".

Numeri Civici
Anticamente le strade non avevano nomi nè numerazione. Le indicazioni di riferimento erano i palazzi nobiliari. Chi cercava, ad esempio, "Monsù" Carlo Ferrero, scriveva "Abita in una casa della parrocchia di San Tommaso, prima della bottega dello speziale, vicino alla fontana".
Per indicare il recapito di un libraio si scriveva: "Si vende a Torino dal libraio Lorenzo Cora sotto i portici di Piazza Castello sull'angolo della contrada di Po verso il Teatro Regio".
Solamente in un secondo tempo a tutti gli isolati (derivazioni delle insule della città romana) fu attribuito il nome di un Santo.
Così ”Monsù" Carlo Ferrero lo si trovava nell'Isola di San Giacomo, e questo semplificava un pochino la ricerca.
Napoleone nel maggio 1808 applicò anche in Piemonte il sistema di numerazione civica operante in Francia dal 1805.
Ogni piazza, ogni strada ricevette un nome e tutte le case ebbero un numero progressivo (da 1 a 1528), incominciando la numerazione da Casa Benedetto, l'isolato estremo di Via San Domenico a Porta Susina, e terminando alla Chiesa di San Michele, vicino al Po.
La numerazione alla francese seguiva il "decorso delle acque", secondo la pendenza delle strade e aveva i numeri pari alla sinistra del ruscello che scorreva al centro di ogni via, i numeri dispari a destra.
L’attuale sistema di numerazione stradale venne inaugurato il 25 novembre 1860, partendo dal centro di Piazza Castello, o, se era non possibile, subordinato alle arterie principali: via Po, via Nuova (l’attuale via Roma) e via Milano, disponendo i numeri dispari alla sinistra e quelli pari alla destra, per fare l'opposto di ciò che avevano deciso i francesi.
Nel 1866 questo criterio di numerazione civica fu esteso a tutta l’Italia, i numeri dispari a sinistra e i pari a destra, partendo dal centro dell'abitato e andando verso la periferia.



image-1image-1Alla fine della II guerra mondiale, con la caduta del regime fascista e la Liberazione della città, la giunta popolare della Città di Torino, deliberò la soppressione di denominazioni istituite durante il periodo fascista (figure e luoghi del regime e dei suoi alleati), l'assegnazione di nuove denominazioni (in ricordo di eventi, personaggi rilevanti nella lotta all'antifascismo), il ripristino di antiche denominazioni già modificate in epoca fascista e l'annullamento di denominazioni conferite senza l'osservanza della legittima procedura di assegnazione.

Leggi "La Stampa" del 1° gennaio 1946 con l'elenco delle vie che cambiarono nome dopo il ventennio fascista

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Misura delle principali strade e piazze nel 1840

 

 

 

 

 

Elenco delle piazze, dei corsi, delle vie e dei vicoli di Torino cui venne cambiato il nome dal 1851 al 1913

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elenco delle piazze, corsi e vie che hanno cambiato nome dopo il Fascismo

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Vedi il riepilogo dei cambi di denominazione nella toponomastica della città


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Consulta la guida delle vie - corsi - piazze - borghi - vicoli del 1916 (.pdf)

Vedi le targhe delle vie nel corso degli anni




Borgate del territorio di Torino (antica denominazione) fino al 1913


Liberamente tratto ed aggiornato da Torino "dentro la cerchia antica" di Bruno Daviso di Chevallard