La bella Rosina

figlia del tamburo maggiore


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image-1La figlia del tamburo maggiore
Negli anni 1814 e 1815, allorché il giovane Enrico Morozzo Della Rocca si recava, accompagnato dal servitore ed insieme con qualcuno dei fratelli, non più a vedere i prigionieri spagnuoli che lavoravano per fabbricare il ponte sul Po, ma a passeggiare lungo i viali, talvolta assisteva sui bastioni alle esercitazioni militari:
"I soldati usciti dalle caserme arrivavano con la loro banda ed apriva la marcia alla musica un colossale tamburo maggiore, bellissimo uomo che attirava tutti gli sguardi.


Mentre i soldati erano occupati e la musica e i tamburi tacevano, egli passeggiava in su e in giù, fermandosi talvolta presso i bambini che, come me, lo guardavano con occhi pieni di curiosità e di ammirazione; sorrideva, si chinava, prendeva uno o l’altro, e sollevandolo per aria, se lo metteva a sedere sulle larghe spalle.

 


image-1A quello pareva d’essere sulla vetta di un monte o sull’alto d’un campanile, e tutto giulivo batteva le palme per il piacere.
Il Vercellana, così si chiamava il tamburo maggiore, attirava tutti i nostri sguardi e tutta la nostra simpatia.
Trenta anni più tardi, ritornando un giorno a Racconigi col Duca, al seguito di Carlo Alberto, dopo una rivista passata dal Re al reggimento dei Granatieri Guardie di passaggio nelle vicinanze, riconobbi sul terrazzino di una modesta casa il Vercellana, con a fianco una bellissima ragazza di circa sedici anni;
era su figlia, la bella Rosina, la futura contessa di Mirafiori, moglie morganatica del re Vittorio Emanuele II."


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