Atlante di Torino

L'organo - orchestra

nella chiesa dei Santi Martiri



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image-1Nella chiesa dei Santi Martiri, in via Garibaldi 25, isola di San Paolo, c’è un organo-orchestra, uno dei pochi rimasti nel mondo.
Costruito dai fratelli Lingiardi di Pavia è dotato di una particolare struttura e di una pedaliera che consente di suonare non solo musica liturgica, ma pure musica orchestrale o da ballo, cioè polke, mazurche e via dicendo.

Questa particolarità fu voluta dai gesuiti, che all’epoca gestivano la chiesa, per attirare il popolo ai Santi Martiri l’unico posto dove, grazie a questo organo particolare, era possibile ascoltare la musica composta per i Savoia che normalmente veniva suonata solo nelle loro residenze.

I Lingiardi operarono a Pavia per ben tre generazioni, dal 1807 al 1920 e rivoluzionarono completamente la produzione di organi in tutta Italia e persino all’estero, soprattutto in Francia.
La fabbrica della famiglia era a Pavia dove furono realizzati esattamente 270 di questi strumenti di cui rimangono ben pochi esemplari.





image-1La Chiesa dei Santi Martiri

Costruita dai gesuiti dove, dal X secolo, c’era la chiesa di Santo Stefano, custodisce le reliquie dei martiri Solutore, Avventore e Ottavio, soldati della legione tebea, martiri per la fede durante le persecuzioni dell'imperatore romano Diocleziano, sepolti a Torino dalla nobile cristiana Giuliana, ricordati in un inno da San Massimo, vescovo di Torino, alla fine del IV secolo.

I gesuiti erano stati chiamati a Torino nel 1566 dalla Venerabile compagnia della fede cattolica, oggi Compagnia di san Paolo, per la difesa della fede all'epoca della diffusione della riforma protestante.

La posa della prima pietra avvenne il 13 aprile 1577 alla presenza di Emanuele Filiberto, che l'aveva fortemente voluta, e fu costruita su progetto attribuito a Pellegrino Tibaldi (1527 – 1596).
Venne completata (cupola esclusa) nel 1612.

A seguito dei danni subiti durante l'assedio di Torino del 1706, venne costruita la nuova cupola (1708-1711) ad opera di Carlo Giulio Quadrio, ingrandito il coro e ridecorato l'interno.

I Gesuiti vennero cacciati dalla città nel 1773, tornarono in possesso della chiesa nel 1832.
L'edificio ha subito un importante restauro conclusosi nel 2000. Dal 2013 la chiesa è affidata alla Comunità di Sant'Egidio.

Il coro fu decorato nel 1629 con gli affreschi di Isidoro Bianchi. L'altare maggiore è stato disegnato più tardi da Filippo Juvarra (1730).
Verso il 1680 il "fratello" gesuita Andrea Pozzo, pittore ed architetto, ne affrescò la volta ma della sua opera sono rimasti solo due particolari ed il resto fu sostituito dall'opera di Luigi Vacca nel XIX secolo e di Francesco Gonin.
L'opera più notevole è la pala dell'altare maggiore raffigurante la Madonna con i tre santi martiri, opera di Gregorio Guglielmi, realizzata fra il 1765 ed il 1766.
Qui sono sepolti il filosofo conservatore Joseph de Maistre, il sindaco della peste del 1630 Giovanni Francesco Bellezia, e Giovanni Botero, autore del cinquecentesco trattato della Ragion di Stato.



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