Antiestetica

archi-sgradimento a Torino

riflessioni sull'edilizia urbana

Il Vallo Adriano

Il bunker: parcheggio di piazza Adriano - parte 1°


Prima di entrare nel merito di questa costruzione dobbiamo segnalare una grave anomalia che ribadisce il concetto di arroganza ambientale già manifestata all'atto della progettazione: se prima non si è tenuto assolutamente conto della volontà dei cittadini coinvolti, ora si nega agli stessi il diritto (sancito dalla legge) di esaminare gli atti pubblici relativi.

Il fatto: una qualificata rappresentante dei residenti lunedì 7 giugno 2010, a seguito di un appuntamento, si è recata in Comune per verificare che i progetti approvati corrispondessero effettivamente all'opera realizzata. Bene, come in un film di spionaggio o di mafia, i progetti sono spariti, rimane solo una cartellina timbrata, ma vuota. Dopo reiterate proteste, qualche disegno è stato trovato al dipartimento verde pubblico, dove però le misure (nello sviluppo verticale) pare siano ben diverse da quelle reali, ma alla richiesta di una copia (si tratta di atti pubblici) è stato risposto che tutto è in ordine e non c'è nulla da controllare.


Fortunatamente la persona che si è recata in Comune è un architetto, che ha realizzato vari progetti pubblici, quindi ne conosce i meccanismi e non è stato possibile abbindolarla come sarebbe facilmente avvenuto con un qualsiasi cittadino inesperto in materia.


L'articolo della "La Stampa" del 16 giugno 2010 sul "muro di cemento"

Il Vallo di Adriano, era una fortificazione in pietra, della prima metà del II secolo d.C., che segnava il confine tra la provincia romana della Britannia e la Caledonia (l'attuale Scozia). Questa fortificazione divideva l'isola in due parti. Forse chi ha progettato questo parcheggio, informandosi sui libri di storia, ha voluto ricreare uno sbarramento analogo.
Se alcune realizzazioni esaminate in questa inchiesta possono risultare discutibili, magari anche apprezzabili se considerate fuori dal contesto in cui sono state forzate, questa oltre a risultare decisamente molesta ai residenti, pericolosa, costosa ed invasiva, appare indiscutibilmente brutta.
Neanche il grandangolo fotografico riesce ad abbracciare tutta la lunghezza di questo "muro" che oltre a risultare estremamente invasivo crea zone nascoste, quindi pericolose, all'interno, con uscite cieche verso l'esterno, molto pericolose.

Se, come era stato richiesto da chi abita nella zona, entrate ed uscite fossero state realizzate lungo la parte centrale della piazza (lungo il corso Vittorio Emanuele), con costruzioni meno invasive, oltre ad evitare questa antiestetica e pericolosa barriera che si erge davanti alle case, il Comune avrebbe risparmiato un milione e mezzo di Euro in lavori di spostamento di cavi e tubature.
Il tutto non per realizzare un parcheggio pubblico, ma pertinenziale (privato).

L'edicola è stata cementata dietro al primo bunker, rendendola invisibile. Si noti che questo primo segmento della struttura, che inizia all'incrocio tra la piazza e corso Ferrucci, è solo una PARTE dello sbarramento che continua fino all'incrocio con corso Vittorio Emanuele II.
Questa è la parte centrale della costruzione, di fronte alla via Paolini con l'uscita cieca dettagliata qui sotto.
L'uscita dal giardino: una roulette russa
L'uscita centrale del giardino (vista dall'alto a sinistra) e dal giardino (a destra) è pericolosissima: chi esce dal giardino non vede se arriva qualcuno, chi arriva in auto non vede se esce qualcuno. Non si vede che c'è un'apertura, quindi non ci si aspetta che esca qualcuno (le strisce non le guarda nessuno e se si guarda il cartello - posto sulla destra a soli 166 cm. (!) dalle strisce - si distoglie lo sguardo proprio dal punto dove esce la gente).
A seguito delle proteste, degli articoli, delle lettere e (modestamente) anche della nostra inchiesta, qualche cosa si è mosso: sono state apportate piccole modifiche a questo passaggio pedonale.
Ulteriori modifiche e completamenti sono state realizzati nei mesi di giugno, luglio e agosto: le foto del parcheggio presumibilmente completato

Le proteste dei residenti, iniziate ancor prima dell'inizio dei lavori, si sono fatte via via più vivaci, con lettere, raccolte di firme ed anche azioni legali. Il Comune risponde che è tutto a norma di legge, che l'altezza è dovuta al fatto che il parcheggio è stato ampliato al 3° piano sotterraneo e questo, ha comportato, l'innalzamento della costruzione per consentire l'areazione.

Ma era proprio necessario fare il 3° piano ?

E poi cosa vuol dire, allora se decidevano di farne un 4° cosa innalzavano?

Forse nostalgici dei muri di berlinese memoria gli autori hanno pensato bene di erigere questa barriera che divide in due la piazza. Forse amanti dell'avventura o pensando alla promozione commerciale del quartiere, hanno creato una zona franca tra il giardino e la strada, nascosta alla vista dal muro da una parte e dalle piante dall'altra, dove camminare la sera sarà indubbiamente avventuroso. Ideale per promuovere tutte le attività di spaccio e consumo.
Lo spigolo acuto che costeggia lo stretto ingresso centrale al giardino, certo promuoverà il lavoro della farmacia della piazza.
Ecco come è stato ridotto il giardino Gli spigoli sporgenti in metallo, ad altezza di cranio di bambino, saranno un'altra fonte di reddito per la farmacia antistante.

La zona franca verso il giardino è raggiungibile attraverso un budello largo solo 110 centimetri. Il bunker lato strada

Spigolo park
Forse sarà un nuovo stile architettonico, quello di arricchire con spigoli vivi gli spazi utilizzati da bambini ed anziani; ma probabilmente l'utilizzo del metallo, rovente in estate, serve a tener lontana la gente da questi pericoli. Certo nelle altre stagioni sarà necessaria una maggior attenzione.


Gli scoli per l'acqua sono a vista, direttamente sulle panchine o sulla strada. Dopo una sola giornata di pioggia si è già formata una macchia di umidità (foto a destra).


Evidenziate in giallo le parti metalliche che (soprattutto quelle accanto ai sedili in pietra), esposte al sole estivo, agevoleranno i barbecue all'aperto senza la scomodità di griglie, fuochi ecc.

Per chi si siede, basterà solo stare attenti a non appoggiare la testa.

Tutte le immagini sono state scattate alla fine del mese di maggio 2010.


Yes: we can

Eppure parcheggi non invasivi si possono fare, anche a Torino: in piazza Bodoni (foto in alto e a fianco), dove la struttura è ben più ampia, solo questa elegante costruzione trasparente tradisce la presenza del parking, da cui si accede da una doppa rampa quasi invisibile sulla sinistra.


Il bunker: parcheggio di piazza Adriano - parte 2°

Vedi le foto dell'incuria e del degrado del 2017


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