San Lorenzo










In piazza Castello la chiesa appare senza facciata, così come il teatro Regio, dalla parte opposta.

Questo per non turbare l'uniforme armonia della piazza che, per contrasto, ha in palazzo Madama una facciata senza palazzo, in quanto il frontone barocco, non corrisponde al castello retrostante.

La chiesa è adiacente alla cancellata del palazzo reale. Sulla facciata una lapide ricorda i caduti in Russia. Sulla sommità una campana ogni giorno alle 17,15 batte 10 rintocchi.

 







La chiesa venne eretta a seguito del voto espresso da Emanuele Filiberto, duca di Savoia, prima della battaglia di San Quintino (combattuta il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, nelle Fiandre ) dove alla testa dell'esercito di suo cugino Filippo II, re di Spagna, vinse contro i francesi nel 1557. Entrambi avevano promesso, in caso di vittoria, di erigere nei rispettivi paesi una chiesa in onore del santo, ricordato nel giorno della eventuale vittoria.
In Madrid Filippo II fa erigere l'Escorial, con chiesa dedicata a s. Lorenzo, costruita a forma di graticola, strumento del martirio del santo.

Nella stessa piazzaanche il teatro Regio risulta senza facciata

Nel 1563 Emanuele Filiberto porta la capitadle del suo ducato a Torino dove, nel 1578 trasferisce, per la prima volta e definitivamente, la Sindone da Chambery. La motivazione ufficiale è quella di favorire il pellegrinaggio di San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, venuto a piedi per venerare il Santo Telo, come ringraziamento per la fine della peste (1576), in realtà il duca vuole nella nuova capitale il suo tesoro più prezioso.

Nell’occasione la Sindone è posta sull’altare della cappella di s. Lorenzo. Alla Messa era presente il poeta Torquato Tasso che per ricordo ha scritto una poesia.

Solo nel 1634 si iniziano i lavori per erigere una nuova chiesa, su disegni del Vitozzi e del Castellamonte. Per il momento si scavano solo le fondamenta. Intanto arrivano in città i padri Teatini, ordine sacerdotale dedito allo studio, alla catechesi, all’insegnamento delle scienze.

Guarino Guarini, padre teatino, architetto, è invitato a Torino dal duca Carlo Emanuele II nel 1666 e subito riceve viene incaricato di edificare la nuova chiesa dedicata a s. Lorenzo.

L’inaugurazione si celebra il 12 maggio 1680 dopo 13 anni di lavori. Completato il lanternino, Guarino Guarini celebra la santa Messa alla presenza di tutta la corte Sabauda; viene cantato il Te Deum di ringraziamento, musicato per l’occasione dal maestro Giovan Battista Carisio.

Guarini, uomo di profonda cultura scientifica e teologica, mistico e sperimentatore, matematico, astronomo e instancabile ricercatore, concepiva l’architettura come tensione religiosa verso il divino e riteneva che la tecnica costruttiva potesse rappresentare il mezzo per creare stupore e suscitare meraviglia.

L’arditezza della costruzione è degna di un grande genio: durante la seconda guerra mondiale una bomba ha sventrato il palazzo situato a fianco della chiesa, oggi palazzo della Regione; malgrado le forti vibrazioni, la struttura non ha subito danni.

Guarino Guarini ha voluto lasciarci diversi simboli grazie alla sua architettura, che si può definire architettura costruita con la luce, luce intesa quale simbolo dell’Assoluto. Esiste, infatti, nella struttura geometrica architettonica della chiesa, un percorso simbolico verticale di ascesa verso la luce, articolato per livelli ( questo percorso nella vita umana corrisponde ai livelli di crescita spirituale che l’uomo, impegnato nella ricerca interiore, se vuole, può raggiungere ).

Dettaglio della cupola La chiesa in basso è scura, non ha finestre ed è la sola parte affrescata: rappresenta la vita terrena dell’umanità. La prima luce noi la troviamo a livello delle quattro loggette a serliana. Esse possono essere metaforicamente correlati ai quattro elementi della Natura: acqua, aria, terra e fuoco (se noi ci eleviamo da terra troviamo la prima luce quando rispettiamo le leggi naturali ed i nostri rapporti interpersonali).
Se dal tamburo saliamo con lo sguardo, notiamo che la cupola diventa sempre più luminosa: si va verso la luce del Soprannaturale, dell’Assoluto.


La struttura architettonica della chiesa è impostata sulla figura geometrica dell’ottagono; infatti se guardiamo la cupola vediamo una struttura di archi incrociati che formano un fiore di luce a otto petali (otto, un numero simbolico; nella tradizione cristiana molto diffuso per i battisteri, indica il giorno perfetto, il giorno della vittoria e del ritorno di Cristo, il giorno senza fine, dopo i nostri giorni ciclati sul sette, la settimana).
In alto, tra i finestroni a serliana, 4 pennacchi rappresentano in affresco i quattro evangelisti che mostrano un carteggio con l’inizio di ciascun Vangelo ed i simboli loro caratteristici: Matteo l’angelo, Marco il leone, Luca il bue, Giovanni l’aquila. Prestando attenzione, molte decorazioni e sculture raffigurano angeli (oltre 400) le cui facce sono una diversa dall’altra e che culminano in cerchio nelle mensole del tamburo: preannunciano festanti la luce dell’Assoluto.
Nel lanternino, a quota 50 metri, punto più elevato della struttura, al centro della cupola di luce, Guarini ha simboleggiato lo Spirito Santo; in corrispondenza sul pavimento vi è la stella a otto punte.

La Real Chiesa fu tutta affrescata per ordine del re Carlo Felice nel 1827 dai fratelli Fea di Casale e restaurata nel 1998 in occasione dell’ostensione della Sindone.

Gli affreschi del presbiterio opera di don Domenico Guidoboni sono del 1700.

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