Carcere "Le Nuove" - Torino

visita virtuale interattiva al reclusorio che ormai fa parte della storia della città


Nell'ambito della documentazione fotografica della storia di Torino, Cultor presenta una serie di immagini dedicate ad uno dei siti storici della città, l'ex carcere "Le Nuove" che a breve verrà completamente ristrutturato ed adibito ad altri utilizzi.

Le Nuove

Questo carcere fu ben presto conosciuto in città come “Le Nuove” in quanto fu edificato (tra il 1857 e il 1869 in corso di S.Avventore, ora Vittorio Emanuele II n. 127), per sostituire i vari reclusori cittadini: il carcere criminale di via S. Domenico 13, il correzionale di via Stampatori 3, il carcere delle forzate di via S. Domenico n. 32 e il reclusorio per le condannate delle Torri Palatine.

Da qui sono passati alcuni dei personaggi che, nel bene o nel male, hanno avuto una parte nella storia della città, un archivio di vicende difficili, dolenti e terribili, spesso poco conosciute.

Visita il Carcere:
panoramiche interattive a 360°

La sezione femminile

La cappella femminile

La rotonda e il "buco", la scala a chiocciola che conduceva alle celle dei condannati a morte

le Immagini

1) Sezione Femminile

2) Il 1° braccio "tedesco"

3) La Rotonda e il "Buco"

4) Esterni

5) Archivio storico (graffiti, tatuaggi e foto)

In questo carcere Cesare Lombroso trovò i primi soggetti per avviare lo studio della criminologia (vedi immagini dell'Archivio Storico) una scienza che mosse i primi passi proprio fra queste mura.


L'edificio venne progettato da Giuseppe Polani, studiato come carcere ad isolamento totale. La segregazione individuale, formalmente introdotta dal decreto regio del 27 giugno 1857, prevedeva infatti l’utilizzo di una cella singola per ogni detenuto affinchè si garantisse l’effettivo isolamento diurno e notturno.

Le celle erano 648, lunghe 4 mt., larghe 2,26 e alte 3; disponevano di una finestra posta all’altezza di 2 metri e 10 dal pavimento, a forma di “bocca di lupo” per vedere soltanto il cielo. La superficie complessivamente occupata era di 37.634 metri quadri, perimetrata da due muri di cinta alti cinque metri, con quattro torricelle, tredici bracci, sei cortili per il passeggio e due cappelle, una per gli uomini e l’altra per donne.


Lo schema del carcere è a doppia croce, derivato dal sistema "panopticon" (una struttura centrale dalla quale si dipartono i bracci che ospitano le celle, in modo tale da consentire il controllo contemporaneo di ogni corridoio).

Il carcere inizialmente era destinato agli imputati e ai condannati con pene non superiori ad un anno. Poi nel corso di più diun secolo di storia, oltre al reclusorio per la criminalità comune, ha custodito soldati disertori della guerra 1915-18, operai arrestati nel "biennio rosso", antifascisti, partigiani, deportati, ebrei e, dopo la guerra, fascisti. Più recentemente vi sono stati rinchiusi mafiosi, terroristi, tangentisti.



Tra le storie di questo edificio ci sono anche quelle delle guardie carcerarie cadute nell'adempimento del dovere, o per rappresaglia, e degli agenti di polizia Salvatore Lanza e Salvatore Porceddu, addetti alla sorveglianza esterna freddati dalle Brigate Rosse il 15 dicembre 1978, davanti alla torretta all'angolo tra c.Vittorio Emanuele e via Paolo Bersellino.

Queste mura hanno rinchiuso nomi noti e meno noti, tristi figuri e martiri. Qui, ad esempio, hanno passato le ultime ore i tre banditi autori della strage di Villarbasse (1945) gli ultimi a subire la pena di morte (nel 1947) in Italia.

La riconversione

Nel 2009 è stata approvata la variante parziale n. 181 al piano regolatore generale di Torino che riguarda l'area compresa tra corso Vittorio Emanuele II, corso Castelfidardo, via Borsellino e le ex officine grandi riparazioni, per recuperare e "rifunzionalizzare" le ex carceri "Le Nuove".

Nell'ex reclusorio, liberato dalle costruzioni accessorie, come i bassi fabbricati sorti in anni recenti e grazie al recupero e alla valorizzazione degli edifici storici, è stato allestito un Museo e presto si apriranno nuovi uffici comunali e nuovi uffici giudiziari, ad ampliamento di quelli del vicino Palazzo di Giustizia.
Le parti del complesso non vincolate saranno parzialmente riplasmate.
Lungo il muro perimetrale di via Borsellino e di corso Vittorio Emanuele II potranno essere collocate attività commerciali e pubblici esercizi.



Si ringrazia per la collaborazione nella realizzazione di questo servizio la direzione del Museo dell'ex carcere "Le Nuove" e l'Associazione "Nessun uomo è un isola" che detiene i diritti non commerciabili delle immagini scattate all'interno de "Le Nuove". La documentazioni e le immagine storiche sono dell'Archivio Storico Cultor.
Le panoramiche interattive a 360° gradi sono state realizzate da
Antonino Del Popolo

Il sito del Museo gestito dall'Associazione ONLUS "Nessun Uomo è un'isola"



Le Immagini:
Le panoramiche interattive a 360°: