Due scheletri nell'isola di San Federico


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image-190 - Al tempo dei lavori di ricostruzione di Via Roma, nel 1932, l’isolato di San Federico comprendeva contava tre violetti.
Dalla parte di via Roma e piazza San Carlo era piuttosto elegante: in via Santa Teresa c’era l’ingresso della galleria Natta.
Dal 1876, era stata ribattezzata Geisser, dal nome del successivo proprietario dello stabile.
Sembrava una versione in miniatura della attuale galleria San Federico: alta 9 metri e larga 5, era coperta da cristalli ed aveva un percorso a “elle” per cui si entrava da via Santa Teresa e si voltava a destra per uscire in via Roma.
Al posto del tronco nord della attuale galleria che sbuca in via Bertola, la galleria Natta si apriva nel fetido e malsano vicolo dei Tre Quartini, in corrispondenza della via Viotti.
 
Sempre in via Bertola, procedendo in direzione di via XX Settembre, l’isolato di San Federico comprendeva anche il vicolo delle Tre Stelle, il cui nome, come per i Tre Quartini, derivava da una antica osteria.
Il terzo vicolo dell’isolato originava dalla via XX Settembre, in corrispondenza dell’attuale portone del civico 54: era il vicolo di San Maurizio, popolarmente detto dei Sotterratori.
 
image-1A quel tempo l’isolato di San Federico è di proprietà del senatore Giovanni Agnelli che, dopo la costruzione della nuova via Roma, lo ha destinato ad ospitare il quotidiano La Stampa. Il nuovo progetto comprendeva la costruzione dell’attuale galleria San Federico, con una pianta a “T” e non più a “L”, con un braccio che sostituirà il vicolo dei Tre Quartini per aprirsi sulla via Bertola.
 
Ma il 15 gennaio 1932 durante i lavori nelle fondamenta si scopre uno scheletro umano. Il macabro ritrovamento avviene dove il vicolo dei Tre Quartini si apriva nella via Bertola, proprio in corrispondenza del portico di via Viotti, già risanata ed abbellita con la costruzione dei portici su di un lato, durante la realizzazione della via Pietro Micca nel 1897.
 
image-1Il medico esamina le ossa dello scheletro e giudica che si tratti di una persona morta da almeno cinquant’anni, ma non si pronuncia sul sesso del morto anche se pare trattarsi di un giovane.

Responsabile delle indagini è il cavalier Adone, commissario della Sezione di Pubblica Sicurezza Dora. In serata, vengono trovate altre ossa, vicino alla nicchia ed evidentemente appartenenti allo stesso scheletro.
 
Il modo con cui il cadavere è stato sepolto fa subito pensare a un delitto.
 
Ma secondo i giornali ci sono poche le probabilità che le indagini risolvano il mistero che ricorda un altro episodio insoluto: l’anno precedente era stato scoperto uno scheletro di donna durante i lavori di demolizione di una casa in via Luisa del Carretto.
 
All’alba del 16 gennaio ricominciano gli scavi nel punto dove è stato trovato lo scheletro e gli operai trovano altre ossa umane. Un’altra volta viene chiamato l’assistente che fa sospendere i lavori e informa le autorità del secondo ritrovamento.


 
image-1Il medico municipale pensa che si tratti di una donna, sepolta una cinquantina d’anni prima. Non vi sono dubbi che i due cadaveri siano stati seppelliti contemporaneamente, uno vicino all’altro, sotto il fondo stradale del vicolo’.

Il mistero non verrà mai risolto.




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