Atlante di Torino


 
 
   

Vie e luoghi della vecchia Torino che non ci sono più,

o hanno cambiato nome, ma non sono stati dimenticati.


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image-1image-1Stradale di Lanzo
All'inizio del '900 corrispondeva più o meno all'attuale via Andrea Cesalpino.
Fu teatro di un drammatico investimento con conseguente sparatoria.

 

 

 



image-1PIAZZA DELLA LEGNA
Era la denominazione dell’attuale piazza Solferino in quanto vi si teneva il mercato del bosco (insieme a quello della paglia e del fieno).

 

 



PLACE DE LA LIBERTÉ
Durante l'occupazione francese fu anche chiamata così piazza Carlo Emanuele II (oltre che place Carline).

image-1image-1image-1VICOLO DEI LIBRAI
Nella contrada di San Francesco d'Assisi, quasi dirimpetto alla chiesa di San Rocco, sotto un androne si apre un vicolo quasi parallelo alla via Gari­baldi e che un tempo tortuosamente si spingeva fino alla contrada del Fieno (via Botero odierna). In quel cunicolo che partiva dalla piazza di San Gre­gorio ebbe sede anche il Comune e, nel 1436 venne sistemata l'Univer­sità.
La presenza dello Studio e degli studenti, richiamò qui alcune botte­ghe di libraio sistemate al piano terreno delle case fiancheggianti.
Avvenne in seguito una radicale trasformazione edilizia della località, dopo l'inaugurazione, nel 1720, del nuovo palazzo dell'Università in via Po. Seguirono varie vicende sinché il luogo che per trecento anni era stato lo Studio divenne sede del teatro dei burattini, regno della tradizionale maschera piemontese di Gironi. Gironi poi spodestato a sua volta da Gian­duja dovette cedere ad esso oltre lo scettro anche il teatro di San Rocco.

image-1CORSO LUNGO PO
Detto inizialmente strada Lungo Po, venne aperto nel 1818 molto prima della sistemazione della sponda del Po con i Murazzi.

 

 


image-1RUE DU LYCÉE

Così venne denominato, durante la dominazione francese, il tratto della contrada della Zecca (via Verdi d'oggi), dalla piazza Castello alla contrada della Posta (via Rossini attuale). Questo perchè la sede dell'Acca­demia Militare era stata destinata ad un Istituto d'istruzione secondaria (Licée).

image-1image-1CONTRADA DEI MACELLI
L'attuale Giulia di Barolo, chiamata così per la vicinanza con due macelli.






RUE DES MAÇONS
Così venne denominato, durante la dominazione francese, il tratto della contrada Bellezia fra la contrada San Domenico e quella delle Ghiacciaie (piazza Giulio ed ora Emanuele Filiberto).

image-1PIAZZA DI MADAMA REALE
Così fu anche detta la piazza Castello, particolarmente la parte davanti al Palazzo Madama.

 

 

 

 

 




STRADA DELLA MADONNA DI CAMPAGNA
Così era denominato lo stradale che, uscendo da Torino, si dirigeva alla Venaria Reale, passando presso una chiesa ed un piccolo borgo di tal nome. Oggi la chiesa ed il borgo sono stati incorporati nel tessuto urbano.

image-1STRADA DELLA MADONNA DEL PILONE
Oggi è divenuta corso Casale. Un tempo la strada diretta a Casale, seguendo la sponda destra del Po, toccava un piccolo borgo ed una chiesa.
La chiesa sorse per incorporare un «pilone» o cappelletta isolata, su cui era raffigurata un'immagine della S.S. Vergine Annunziata, alla quale venne attribuito un miracolo.
Sorgeva questo tabernacolo presso un mulino detto della Catena, ancorato presso la sponda del fiume. Vuole la tradizione che nel 1644 una bimba recandosi al mulino sia caduta nel­l'acqua rimanendo impigliata nella ruota per ben tre volte fu sollevata e riim­mersa, ma per intervento della Madonna, pregata dalla madre, non subì danno alcuno e fu tratta a riva sana e salva.
image-1Con pubbliche offerte fu prima elevata una cappella in cui fu rinchiuso il « pilone ».
Successivamente con le sovvenzioni di Madama Reale e dei principi sabaudi, la cappella fu con­ vertita nella presente chiesa. In questa strada sulla destra, prima di giungere alla chiesa, c'era il grandioso fabbricato del Ricovero di Mendicità, aperto nel 1840 e fatto costruire a spese di benefici cittadini.
L'Opera Pia passò poi alle dipendenze del Comune di Torino come Casa di Riposo per i vecchi.



CONTRADA DELLA MADONNINA O DELLA MADONNETTA
Corrisponde all'odierna via Barbaroux, ma limitatamente al tratto com­preso fra il corso Siccardi-piazza Arbarello e la via San Francesco d'Assisi. Probabilmente derivò il nome da qualche altarino dedicato alla Madonna, esistente su qualche cantonata.

MANDAMENTI
La divisione della città in mandamenti ebbe importanza prima dell'uni­ficazione delle Preture Urbane in materia civile.

PLACE DU MARCHÉ

Fu cosi denominata, durante la dominazione francese, la piazza San Gio­vanni, a causa del mercato delle uova, del pollame e della selvaggina che ivi si teneva.

image-1RUE MARENGO
Fu denominato cosi, durante la dominazione francese, il tratto della con­trada del Soccorso (via Maria Vittoria d'oggi), fra la piazza Carlo Emanuele II ed il corso Lungo Po.




VICOLO DEI MARMI
Vicolo un tempo esistente fra la contrada del Senato (via Corte d'Ap­pello) e la piazza Susina (piazza Savoia). Prendeva nome da un'osteria.

CONTRADA MAROLE O «DLE DLE MARÒLE»

Corrispondeva all'attuale via Principe Amedeo dove, al numero 34, sorgeva il palazzo del marchese Giuseppe Mesmes de Maroles, che poi passò ai marchesi Tapparelli D'Azeglio, dei Ceriana e dei Nasi.

image-1CONTRADA DEL MARTINETTO
Corrisponde all'incirca alla via San Donato odierna. Trasse il nome dalla borgata del Martinetto, verso cui si dirigeva.

REGIONE DEL MARTINETTO

Era così denominata la regione in cui sorgeva la piccola borgata del Mar­tinetto, la quale a sua volta traeva il nome dalla macchina per battere il ferro o maglio, che ivi lavorava in gran quantità, detta appunto in dialetto pie­montese «martinèt». Il maglio era mosso dalla forza idraulica di un canale che scorreva alimentando pure un mulino. C'era pure una casa di correzione per donne ed un Ospizio celtico, prima di essere trasferito alla barriera di Nizza.
image-1image-1Più tardi qui venne siste­mato un campo di tiro (nell'attuale corso Svizzera, angolo corso Appio Claudio). Dopo l'8 settembre 1943, il poligono fu usato dalla Repubblica Sociale, per le fucilazioni che avvenivano seguendo un preciso rituale: i condannati, di solito reclusi nel carcere "Le Nuove", venivano ammanettati e portati all'alba presso il poligono dove militi fascisti li attendevano; una volta arrivati venivano legati alle sedie con le spalle rivolte al plotone d'esecuzione; seguivano la benedizione del cappellano, la lettura della sentenza e infine la fucilazione. Nel periodo della RSI vennero effettuate 59 esecuzioni, ricordate da una lapide che riporta i nomi delle vittime e dai resti delle sedie dove vennero posti i condannati. Il 5 aprile 1944 ci fu la fucilazione di otto membri di spicco del Comitato militare piemontese del CLN, tra cui il generale Perotti.Dopo la guerra ci fu lo smantellamento del poligono, che nel 1951 fu definitivamente trasferito alle Basse di Stura, e la zona delle esecuzioni venne dichiarata "luogo sacro di interesse nazionale" ed adibita a sacrario in ricordo dei giustiziati.

CONTRADA MASCHARA O DELLE MASCHERE

Così era chiamato il tratto, tra la via Tasso e la via della Basilica, del­l'attuale via Conte Verde.

image-1MERCATI
La vendita specialmente di pro­dotti alimentari non avveniva tanto nei negozi quanto nei mercati, i cui ban­chi si trovavano preferibilmente in piazze o slarghi, ma anche in strade un poco più ampie.
Le varie mercanzie erano poste in vendita in luoghi specifici. I Regolamenti del Comune stabili­vano le località di vendita e le categorie di merci che nel corso dei secoli subirono frequenti spostamenti.
Uno di questi Regolamenti Generali dei Mercati Torinesi del 1766 stabiliva che il mercato di frutta, verdura e pesci di acqua dolce doveva tenersi in piazza delle Erbe, mentre quello del burro e formaggio nel cortile del Palazzo Comunale. Quello dell'olio di noce nel cortile della Volta Rossa.
Sappiamo che per antichissimo privilegio i mercanti di Chieri potevano porre i loro banchi sotto la Volta Rossa, ove nel 1809 bisognava portare i funghi per l'esame preventivo della loro commestibilità.
Al prin­cipio del 1800 questi erano i principali mercati e la loro dislocazione:

image-1- Burro e formaggi prima nella piazzetta dove sorgeva la chiesa di San Benigno e, dopo l'inglobamento di questa nel palazzo del Comune, nel cortile a settentrione che ancor oggi porta il nome di cortile del Burro.
- Erbaggi, frutta e patate (queste ultime solo dal 1803 anno in cui questi tuberi comparvero sul mercato torinese col nome di pomi di terra), in piazza delle Erbe. Qui già nel 1681 alcuni ambulanti vendevano la polenta fatta in pubblico ed il pane «casalingo ». In epoca posteriore davanti al palazzo ove ora sono le statue del principe Eugenio e Ferdinando di Savoia, c'erano i banchi di trippaio del Ceppi e del «tagliarinaio» Farinelli. Banchi di vendita di frutta, verdura, ortaggi e pollame ed altri commestibili in genere si impiantavano anche in piazza San Carlo fino al 1840 anno in cui fu vie­tata ogni vendita di commestibili.
In sostituzione vennero impiantate tettoie al fondo della contrada della Madonna degli Angeli (via Carlo Alberto), vicino al Giardino dei Ripari.
image-1- Pesce fresco di acqua dolce e carni macellate pure in piazza delle Erbe, ma prima se ne trattava la vendita, in particolare, su un piazzale fron­teggiante la chiesa di San Gregorio (San Rocco d'oggi). Dalla piazza delle Erbe il mercato si trasferì in quella d'Italia (Porta Palazzo), per manifesto vicariale del 1828.
- Grano. Un tempo la piazzetta ove sorse la chiesa del Corpus Do­mini era conosciuta come piazza del grano. Il mercato di questo si tenne, anche con altri cereali, fino al 1621 davanti a San Tommaso, ma venne poi trasferito in piazza San Carlo da dove venne allontanato nel 1840.
- Legna e carbone. Piazzale della Cittadella o del Fieno (piazza Solfe­rino) e poi in piazza Venezia. Nel 1859, essendosi qui accampate le truppe francesi, il mercato fu temporaneamente trasferito a Porta Susa-piazza Sta­tuto.
image-1- Meloni, agnelli e capretti. Piazza Paesana (piazza Savoia d'oggi).
- Pollame, selvaggina e uova. Prima il mercato si teneva nella piazza S.Giovanni, poi passò in parte in piazza San Carlo e parte in piazza delle Erbe, per concentrarsi poi dopo il 1828 ed il 1840 nella piazza Emanuele Filiberto.
- Riso. Il mercato avveniva nella piazzetta della Corona Grossa all'in­circa nell'odierno largo Quattro Marzo.
- Vino. Piazza Carlo Emanuele II (Carlina) dal 1678 al 1862, anno in cui entrarono in funzione apposite tettoie erette in via Rossini.
- Olio di noci. Cortile della Volta Rossa.
- Pesce salato, mandorle, frutta secca e arance. Cortile del Gamelotto
- Camelotto in capo a un vicolo partente dalla contrada di San Tommaso fino al trasferimento a Porta Palazzo.



image-1image-1PIAZZA DEL MERCATO DEI COMBUSTIBILI

Piazza aperta nel 1865, fu poi detta piazza Venezia, corrisponde ora al­l'area compresa ad ovest dal corso Galileo Ferraris e ad est dalla piazza Sol­ferino e le vie Meucci e Bertolotti, nella quale sorsero l'Istituto d'Istru­zione Femminile Clotilde e Maria Pia di Savoia prima, ed il palazzo della Stipel poi.
Nel lato a mezzodì della piazza c'erano un tempo due tettoie per conser­vare la legna ed il fieno.


image-1CONTRADA DELLA MERIDIANA

Strada aperta nel 1823, corrisponde al tratto dell'odierna via San Francesco da Paola compreso fra la contrada di San Lazzaro (odierna via dei Mille) ed il viale del Re (corso Vittorio Emanuele II). Prese questo nome da una meridiana esistente sulla casa, facente angolo con il corso, proprio sopra ad un caffè che portava pure questo nome e che assunse poi quello di Caffè Cavour.

 



image-1image-1BALUARDO DI MEZZOGIORNO
Viale che seguiva l'andamento dei vecchi bastioni con un tracciato che corrisponde all'incirca alle attuali via Andrea Doria, Aiuola Balbo e piazza Cavour. Era preceduto dal baluardo dell'Arsenale e seguito da quello di Po.

 


BOULEVARD DU MIDI
Era chiamato così, durante l'occupazione francese, il baluardo di Mezzogiorno.

image-1PIAZZA MILANO
Precedentemente denominata piazza d'Italia, era allo sbocco della via omonima, in corrispondenza di Porta Palazzo.








CONTRADA E PIAZZETTA DELLA MISERICORDIA
Appartengono ambedue alla più antica Torino. Presero il nome dalla chiesa che si trovava in fondo alla via. La piazzetta è un modesto slargo della via Barbaroux davanti alla chiesa.

image-1CANALE DEI MOLASSI
Il canale dei Molassi prendeva l'acqua dalla Dora Riparia e nel primo tratto era detto canale del Martinetto. Entrando nell'abitato cittadino, seguiva allo scoperto l'attuale via Giuseppe Fagnano, quindi la via Treviso, sottopassava la ferrovia di Novara, seguiva la via del Fortino, passava dietro al vecchio cimitero di San Pietro in Vincoli e, sempre allo scoperto, attra­versava un gruppo di edifici fra le vie Borgo Dora e San Pietro in Vincoli, sottopassava l'odierne vie Cardinal Cagliero e Mameli, e raggiungeva il va­sto fabbricato dei Grandi Molini della città o Molassi (così detti popolar­mente per distinguerli da quelli più piccoli ancorati sulle sponde del Po), siti fra le odierne via Priocca, piazza Don Albera e corso XI Febbraio. All'uscita dai Molini, sempre allo scoperto, si andava a gettare nella Dora poco a valle dell'odierna via Gené. Il canale dei Molassi fu interamente co­perto nel 1962.

PIAZZA DEI MOLINI
Così era chiamata, fino oltre la metà del secolo passato, quella piccola piazza in continuazione a nord della grande piazza Emanuele Filiberto (piazza Repubblica d'oggi) e prima della strettoia all'inizio di corso Giulio Cesare. Traeva nome dai molini della città che erano in un grande fabbri­cato a destra della piazza tra l'odierna via Priocca e corso XI Febbraio. Erano comunemente chiamati i Molassi per distinguerli da quelli ancorati sul Po all'altezza della barriera di Nizza, di fronte all'attuale sbocco della via Mazzini ed alla Madonna del Pilone.
La contrada che dalla piazza conduceva ai molini era appunto detta dei Molini.

image-1STRADA DI MONCALIERI
In borgo Po, la strada che corrisponde all'attuale corso Moncalieri, si chiamava un tempo strada di Asti. Verso la metà del secolo scorso soltanto il primo tratto di questa strada, assai più stretto e compreso fra la piazza della Gran Madre di Dio e la strada che sale al Monte dei Cappuc­cini (attuale via Gioanetti), era denominata strada di Moncalieri.

RUE DE LA MONNAIE
Durante il periodo di occupazione francese fu anche chiamata (oltre che rue du Lycée) la contrada della Zecca odierna via Verdi.

RUE DU MONT CENIS
Durante il periodo di occupazione francese fu anche cosi chiamata (oltre che rue de la Doire) la via Garibaldi d'oggi.

image-1RUE DU MONT VISE

Durante il periodo di occupazione francese fu cosi chiamata (oltre che rue Neuve e rue Pauline) la contrada Nuova (attuale via Roma).














image-1STRADA AL MONTE DEI CAPPUCCINI
E' l'attuale via Generale C. Giardino.

 

 

 

 

 

image-1CONTRADA DEL MONTONE O MOTTONE
Appartiene alla parte più antica di Torino. Più che una contrada è un vicolo che corrisponde all'odierna via Eleonora Duse. Prese nome di Mon­tone da un albergo di infimo ordine detto del Montone d'Oro.
Più tardi il locale divenne un postribolo di bassa categoria. Con il vicolo della Verna e del Teatro, è quanto resta dell'antica strada di circonvallazione interna delle mura. Fra questi vicoli è la contrada dell'Agnello d'Oro (poi dei Canestrelli, poi della Palma ora via Viotti); una fila di case e catapec­chie ove oggi è via Roma.

 




image-1CONTRADA DEL MORO

Venne aperta nel secondo ingrandimento della città. Corrispondeva all'odierna via Des Ambrois. Prese il nome dall'albergo del Moro.







image-1VICOLO DEL MOSCHINO

Strada che attraversava il borgo detto del Moschino per la gran quantità di moscerini (in piemontese «moschìn»), che infestava la località, generata dai putridi fermenti e dalla prossimità del fiume Po. Questo borgo situato sulla riva sinistra del Po era un ammasso di casupole e covili, ricetto di ban­diti, malavita e miseria, che ostruiva lo sbocco di corso San Maurizio verso il Po e si estendeva verso la piazza Vittorio. Una delle strade principali del borgo era chiamata la «contrà dle puless» (strada delle pulci). Il borgo fu raso al suolo nel 1872, con meritoria opera di igiene fisica e morale.
Un tempo lì vicino c'era il cimitero degli ebrei che nel 1845 fu trasferito ed unito a quello cattolico.

 

 




image-1RUE DU MUSEUM
Così fu chiamata, durante l'occupazione francese, la contrada delle Scu­derie Reali ora scomparsa negli sventramenti per l'apertura della piazza Ce­sare Augusto.











PIAZZA ETTORE MUTI
Durante il periodo della Repubblica Sociale, dal 1944 al 1945 questa era la denominazione di piazza Carlo Alberto

image-1PLACE NAPOLEON
Così venne chiamata durante l'occupazione francese la piazza San Carlo.

 

 

 

 

 

PLACE NATIONALE
Così venne chiamata durante l'occupazione francese la piazzetta posta davanti al Palazzo Reale.

CANTONE DELLA NAVIGAZIONE

Località in borgo Po della quale non si è riusciti a precisare l'esatta posizione.

image-1BOULEVARD DU NORD

Così venne chiamato, durante l'occupazione francese, il tratto del viale lungo i bastioni, che corrisponde all'attuale corso Principe Eugenio.

 

 

 


 

image-1VIA NOVE MAGGIO
L’attuale via Piero Gobetti era chiamata “9 Maggio” (il 9 maggio 1936 ci fu la proclamazione dell’Impero).

 

 

 

 

 

 



VIA NUCETTO
In Borgo San Paolo, parte da via Osasco per raggiungere la via Malta, con un solo isolato a sinistra e due isolati a destra, divisi dalla via Timavo. Nel giugno 1943, poichè incrocia via Malta, viene dedicata a Borg Pisani. Prima si chiamava via Nucetto (piccolo comune dell’alta Valle Tanaro in provincia di Cuneo).
Carmelo Borg Pisani (Malta, 1915 – Paola, Malta, 1942), studia a Roma, convinto sostenitore dell’italianità di Malta e della necessità di scacciare gli Inglesi da Malta rinuncia alla cittadinanza britannica e ottiene quella italiana. Dopo aver combattuto con le truppe italiane in Grecia e nel Mediterraneo, compie sull’isola una missione di spionaggio molto rischiosa, in vista dell’occupazione italiana.
Pittore e scultore, per la forte miopia non è certo molto adatto al difficile incarico, ma è animato da grande coraggio. Sbarcato da un sommergibile italiano, ostacolato da condizioni meteorologiche avverse, è catturato  da soldati britannici e poi riconosciuto da un suo antico compagno di scuola. Processato come traditore e condannato all’impiccagione. Per tutto il periodo della prigionia e anche davanti al patibolo, dimostra il suo grande coraggio.
Il re Vittorio Emanuele III motu proprio gli conferisce la medaglia d’oro al valor militare alla memoria: nella motivazione si parla erroneamente di morte per fucilazione anziché per impiccagione (“cadeva sotto il piombo del plotone di esecuzione al grido di: «Viva l’Italia!»“) perché erano pervenute soltanto notizie frammentarie e approssimative dell’esecuzione.

CONTRADA NUOVA
Era il vecchio nome di via Roma. Specificatamente, come si vede dalla carta del 1840 qui sotto, era la prima parte della via, da piazza Castello a piazza San Carlo (evidenziata in giallo). L'altro tronco era denominato contrada di Porta Nuova:



image-1image-1Alla fine della II guerra mondiale, con la caduta del regime fascista e la Liberazione della città, la giunta popolare della Città di Torino, deliberò la soppressione di denominazioni istituite durante il periodo fascista (figure e luoghi del regime e dei suoi alleati), l'assegnazione di nuove denominazioni (in ricordo di eventi, personaggi rilevanti nella lotta all'antifascismo), il ripristino di antiche denominazioni già modificate in epoca fascista e l'annullamento di denominazioni conferite senza l'osservanza della legittima procedura di assegnazione.

 

 


 

Leggi "La Stampa" del 1° gennaio 1946 con l'elenco delle vie che cambiarono nome dopo il ventennio fascista

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Misura delle principali strade e piazze nel 1840

 

 

 



Vedi il riepilogo dei cambi di denominazione nella toponomastica della città


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Consulta la guida delle vie - corsi - piazze - borghi - vicoli del 1916 (.pdf)

Vedi le targhe delle vie nel corso degli anni