Quartiere Borgata Sassi


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image-1La borgata Rosa-Sassi, a nord est della città, ha un'origine molto antica.
A differenza della pianura, infatti, la zona collinare era abitata già in epoca remota. Qui sorgevano feudi e contadi, dediti soprattutto alla viticoltura e alle vigne. Tra le ville e cascine più importanti una era quella del Monasterolium (Mongreno), l'altra era la cosiddetta villa (o vicus) Saxiarum, residenza dei conti di Sassi nella valle anticamente detta “Saxea” (da cui probabilmente deriva il nome della borgata).

Le due borgate, per realtà territoriale chiamate con un unico nome Borgata Rosa-Sassi, sono situate in territorio precollinare e dispongono sul loro territorio di ampi spazi adibiti a verde.

 


image-1Borgata Rosa
Agli inizi dell'Ottocento, sul lato destro di corso Casale, la famiglia Rosa aveva impiantato una fornace per la fabbricazione dei mattoni, dalla quale si presume che derivi il nome dato alla borgata. Viene, infatti, citato in zona un gruppo di case denominato Tetti Rosa.
C’è anche chi fa risalire il nome Sassi alle le pietre accumulate in gran quantità per lo spianamento della sommità del colle di Superga per la costruzione della basilica.
Borgata Rosa è nota per il Parco del Meisino, situato sul suo territorio su un'area di 450.000 m².

image-1Borgata Sassi
Tra Madonna del Pilone e Sassi non sboccano valli, ma si estende un pendio relativamente ripido, che domina l'ansa del Po in corrispondenza della confluenza della Dora.
La posizione era strategica, perché controllava il traghetto sul Po (dove si trova l'attuale ponte di Sassi), la strada lungo il fiume, il bosco del Meisino, l'imbocco delle valli di Mongreno e di Reaglie e quindi gli accessi a Chieri. Non stupisce pertanto che sin dal medioevo qui si trovasse un "castrum", appartenente alla famiglia Necchi, che godeva anche dei diritti di pesca e di navigazione sul Po in questo tratto.
Borgata Sassi è nota per l'omonima stazione di testa della tranvia Sassi-Superga.

image-1La borgata di Sassi si trova sul fondovalle delle vallate del Cartman e di Mongreno, si tratta quindi di un insediamento pedecollinare che ha gran parte dell’abitato posto in una conca delimitata dalla dorsale lungo cui corre la strada del traforo e solcata sul fondovalle dal Rio Sassi. L’abitato gravita in buona parte su strada Mongreno con brevi diramazioni laterali verso il pendio collinare mentre la parte piana, in affaccio verso il Po, è attraversata dal corso Casale con l’edificato sostanzialmente perimetrato dalla via Agudio oltre cui sorgono pochi ed isolati vecchi edifici.

A metà del 1800 in una cava di terra da mattoni dell’antica fornace di Sassi (posta dov’è ora la Chiesa parrocchiale e la bocciofila) sono stati rinvenuti alcuni reperti di grande interesse storico: alcune schegge di pietra lavorata fra cui un rarissimo anellone in pietra verde.
Era un braccialetto tondo accuratamente lavorato utilizzando una pietra verde semi trasparente presente in due piccoli giacimenti sulle Alpi Liguri-Piemontesi.

Questi oggetti hanno fatto ipotizzare agli studiosi la presenza in zona di uno stabile insediamento umano databile intorno al 5000 avanti Cristo.

Probabilmente si trattava di piccoli nuclei familiari di raccoglitori-cacciatori, che dalla Liguria, muovendosi lungo le dorsali e le foreste collinari, si sono progressivamente spostati verso la pianura Padana, all’epoca ricca di paludi e di animali pericolosi.

image-1Per evitare questi pericoli evitavano le pianure e si muovevano nei boschi collinari nutrendosi di piccoli animali e di quanto riuscivano a raccogliere nel sottobosco. A Sassi hanno lasciato il primo segno della loro presenza e l’hanno fatto con un oggetto di stupefacente fattura e bellezza che possiamo vedere nella prima teca del Museo dell’antichità.


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