Quartiere Santa Rita


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image-1Nella parte sud ovest della città è stata per secoli una zona agricola.
Nell'Ottocento in piazza Santa Rita era collocata la Barriera di Orbassano come ingresso della cinta daziaria.
Il nome del quartiere risale al 1916 quando un cappellano militare del corpo di Sanità si stabilì nella scuola Mazzini. Dopo il conflitto fu ordinato prete nella chiesa di san Secondo, impegnandosi subito a realizzare una nuova chiesa nel quartiere divenuto ormai popoloso.
Grazie all'aiuto della Compagnia di Santa Rita, venne costruita la chiesa omonima intitolata alla santa di Cascia nominata una ventina d'anni prima da papa Leone XV.

image-1Il territorio fu inizialmente diviso in poderi agricoli, che subirono un frazionamento a partire dal XV secolo, periodo in cui vennero costruite numerose cascine. Gli edifici rurali, circondati da campi coltivati e bealere (piccoli canali di irrigazione), erano collegati con la città da due assi stradali: lo stradone di Stupinigi (l'attuale corso Unione Sovietica) e la strada di Orbassano (l'attuale corso Orbassano).

La definitiva fisionomia agricola dell'area si stabilizzò nel XVII secolo. Le cascine più note erano la Martiniana (oggi Centrale del Latte), la Olivero di Via Arbe e la Grangia di Via Caprera, oggi pressoché in rovina.

image-1Durante l'assedio di Torino del 1706, la zona fu compresa tra due linee di controvallazione e circonvallazione dell'esercito francese.
L'area venne scelta come centro di comando dal duca de la Feuillade, il generale responsabile dell'attacco da sud-ovest.
La cascina Olivero ospitava il quartier generale del suo esercito stesso; la cascina Grangia, all'epoca ancora munita delle mura medievali, fu invece destinata a fureria, mentre la Martiniana fu trasformata in forno per il pane.
Tutti gli edifici furono uniti con delle opere di fortificazione (mura e valli), collegate con un sistema di trincee.

image-1Con la costruzione della prima cinta daziaria nella prima metà del XIX secolo, la futura Piazza Santa Rita ospiterà l'ingresso da sud-ovest della città, la cosiddetta Barriera di Orbassano.

Il tradizionale impianto agricolo rimase pressoché intatto, almeno fino all'inizio del Novecento, quando furono costruiti i primi edifici al di fuori della cinta daziaria: lo sviluppo urbano infatti, venne fissato intorno alle barriere doganali di Orbassano e Stupinigi e alle relative direttrici stradali, secondo i piani regolatori del 1887, del 1901 e del 1908.


Le prime case popolari di via Tripoli 71-75 sorsero tra il 1908 e il 1912, mentre nel 1913 sorse nelle vicinanze la scuola elementare Mazzini, in stile liberty.

Nel 1906 poi, si sviluppò il nuovo polo militare torinese attorno alla attuale Piazza d'Armi, incluse le aree di Corso Stupinigi (attuale Corso Unione Sovietica) e la zona fino a via Tirreno (dove sorse l'eliporto). Nel periodo 1908-1914 infatti, furono costruiti diversi complessi militari:
• la Caserma militare Montegrappa, in stile eclettico, Corso Monte Lungo/Via Tirreno
• la Caserma militare Vittorio Morelli di Popolo, in stile eclettico, lungo il Corso Stupinigi (attuale Corso Unione Sovietica)
• la Caserma militare Vittorio Dabormida, in stile neogotico, Corso Stupinigi-Corso Lepanto

Tali caserme furono demilitarizzate con l'abolizione del servizio militare obbligatorio in Italia nel 2005.
image-1• l'Ospedale militare "Alessandro Riberi" terminato nell'autunno del 1913 e inaugurato il 5 luglio del 1914 (con un'area complessiva di 85000 metri quadri) tra la fine di Corso Vinzaglio (poi chiamato Corso IV Novembre) e Corso Orbassano, fu considerato uno dei migliori esempi di edilizia ospedaliera del tempo e un "prodigio di modernità".

La palazzina centrale est fu destinata al Comando Regionale della Guardia di Finanza.




image-1In occasione dei Giochi Olimpici Invernali 2006, l'ospedale militare fu ampiamente ristrutturato in diciannove delle venticinque palazzine interne, diciassette delle quali furono destinate a oltre mille giornalisti durante l'evento olimpico, e due per assicurare una migliore collocazione del Centro Militare di Medicina Legale.

La struttura, tornata all'Esercito, fu riqualificata nell'attuale "Comprensorio A. Riberi" (Via Barletta ang. C.so IV Novembre), sia per dare ospitalità ai nuovi militari in servizio, sia per creare un nuovo poliambulatorio medico.

Sempre nel settore della sanità ospedaliera, l'Ospedalino Koelliker, ancor oggi esistente, tra corso Unione Sovietica e corso Galileo Ferraris, a est dello Stadio e a ridosso del Borgo Filadelfia (quartiere Lingotto), fondato nel 1928 dalla omonima famiglia come ospedale infantile, spinta dal lutto di ben due figli persi in tenera età, fu costruito da Armando Melis De Villa, quindi lungamente diretto dai primari Baudolino Mussa ed Enrico Mensi.
Fu donato ai Missionari della Consolata come policlinico per adulti nel 1958.
Nella stessa zona, l'asilo infantile all'angolo di Corso Sebastopoli, e il grazioso isolato di alcune ville d'epoca d'inizio Novecento, tra Via Contratti e Piazzale San Gabriele da Gorizia.

image-1A partire dagli anni cinquanta, l'espansione urbanistica avvenne soprattutto verso occidente. Nel 1950, fu costruita la Centrale del Latte di Torino in Via Filadelfia, con la ciminiera sul retro alta ben 65 metri, mentre nel 1953, al fondo di via Buenos Aires, sorse l'officina di biciclette Frejus, spostandosi dalla storica sede di Piazza Statuto (chiuse, però, nel 1959).


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