Quartiere San Paolo

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image-1Il borgo nacque nelle campagne sud-occidentali fuori le mura agli inizi dal XVII secolo.

All'inizio erano terreni di proprietà dei facoltosi conti liguri Olivero, presso la preesistente cascina Pareto, riedificata poi a villa-cascina Olivero (della quale oggi rimane la cascina detta Torassa su via Arbe 19, al confine col quartiere Santa Rita).

Nel 1699 i conti cedettero ai gesuiti un'area nel nord est del quartiere, per costruirvi una casa di preghiera.

Il progetto fu sostenuto a livello economico dalla Compagnia delle opere pie di San Paolo, antenata dell'istituto bancario da cui il nome del futuro borgo.

image-1Nel XIX secolo, però, l'edificio non venne utilizzato per la preghiera, ma venne usato come deposito-polveriera  o come ospedale militare.

Con la soppressione dell'ordine gesuita nel periodo 1773-1814, l'edificio passò poi ai nobili Racca.

L'identità industriale del quartiere iniziò a fine Ottocento per poi diventare uno dei centri della storia operaia della città.
Nel 1910 la struttura ritornò nelle mani della Compagnia di San Paolo ma, ormai in degrado, fu totalmente demolita nel 1941, per costruire il comprensorio dell'azienda Lancia. Quest'ultimo, rimase in piedi dal 1945 fino al 2011, quindi parzialmente demolito per farne un complesso residenziale (sul lato di Via Monginevro).

image-1La struttura topografica del borgo fu decisa soltanto sul finire del XIX secolo, quando la zona, dal carattere prevalentemente rurale, si trasformò in zona industriale. Le attività artigianali e commerciali del borgo ruotavano intorno alla Piazza Sabotino e alla chiesa di San Bernardino (in Via Dante Di Nanni), eretta nel 1893 dall'architetto Giuseppe Gallo, in stile neogotico, per onorare il santo predicatore vissuto nel basso medioevo.





Notevole fu l'influenza di Giolitti per il progetto urbano del quartiere: nel 1899, fu decisa una struttura viaria a forma di tela di ragno, in controtendenza con la tipica topografia a "scacchiera" (castrum o quadrilatero romano) della città.

Il centro della "ragnatela" delle vie fu deciso dietro la chiesa di San Bernardino, in quella che diventerà presto la piazza-rotonda dedicata a Carlo e Mario Nicolis di Robilant.



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