Quartiere Nizza Millefonti


 

image-1Il nome deriva dall'abbondanza di sorgenti nella zona (vi attingeva anche l'Acquedotto Municipale).
Sulla sponda del Po all'altezza di Corso Bramante vi erano dei piccoli mulini, da cui il nomignolo "Molinette" (Molinëtte), che divenne il soprannome dello storico Ospedale Maggiore San Giovanni Battista (1935).

In tempi remoti c'erano anche moltissime sorgenti sotterranee connesse al fiume: le mille fonti, appunto.

Il nome Nizza deriva dalla via omonima che lo attraversa a occidente, chiamata così perché indirizzava verso l'allora contea sabauda di Nizza, attraverso il cuneese e la Liguria (alla quali sono dedicate altre molte vie del quartiere).

image-1L'attuale piazza Carducci era l'antica porta daziaria meridionale, chiamata, appunto, "Barriera di Nizza" (Bariera 'd Nissa).

Questa zona, di carattere prettamente rurale per tutta la prima età moderna, ospitava essenzialmente poche cascine, tra cui la Martini di Cigala o Tapparelli a sud (attuale via Felizzano), più il borgo Tetti Fré, sull'attuale Corso Spezia.

Nel XVII secolo, quando l'accesso in città era delimitato soltanto dalle "barriere" doganali, su quella di "Nizza" (odierna Piazza Carducci) sorgevano soltanto due magazzini merci di tre piani con un ampio porticato, uno a destra e uno a sinistra di Via Nizza.
Con l'ampliamento della città e l'abolizione delle dogane, i due magazzini vennero poi demoliti.

image-1Nel XVIII secolo l'edificio di spicco del quartiere fu il podere dei Robilant (1731), simbolo tangibile del prestigio del casato, poco distante dalla Cascina Ostarietta (attuali Via Felizzano-Via Canelli).
Poco distante, fu eretta anche un'antica chiesa, dedicata alla Beata Vergine del Giairino, risalente al 1729, poi ampliata nel 1920 e distrutta dal bombardamento del 29 marzo 1944; al suo posto si trova la chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine di Via Nizza, 355, la cui edificazione risale al 1950, imitando l'architettura precedente.

Pochi metri più a nord della chiesa, esisteva anche Villa Fratelli Fornara (1890), ceduta successivamente a Luigi Debernardi (proprietario del saponificio prospiciente, in attività dal 1896 al 1910 e poi al signor Pluviano Giovanni, già grande proprietario terriero e suocero dell’audace pilota automobilistico Giorgio Pelassa, prematuramente scomparso nel 1947. Rimase in piedi fino all’anno 2004, quando fu abbattuta e sostituita da due condominii.

image-1L'area del podere dei Robilant invece, fu acquistata da Giovanni Agnelli all'inizio del XX secolo, diventando dapprima una sede delle Commissioni Interne Fiat, poi, abbattuta definitivamente nel 1952, diede spazio alla fabbrica Fiat Avio.
A sua volta dismessa e abbattuta nel 2002, tutta l'area ex-Avio fu ancora riutilizzata per la costruzione del palazzo Oval Lingotto nel 2006 e per la costruzione del comprensorio del Grattacielo della Regione Piemonte dal 2013

 

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