Quartiere Bertolla



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image-1Si trova nella parte nord-est della città, vicino al quartiere Barca con cui spesso viene abbinato e da cui lo separa strada San Mauro.
Anche Bertolla si trova alla confluenza tra Po e Stura, in particolare qui si trova il cosiddetto “Isolone di Bertolla”, ricavato da un canale artificiale realizzato nel 1953 e oggi compreso nella riserva naturale del Parco del Po.

Il toponimo del quartiere risulta ignoto, potrebbe tuttavia derivare da un prediale (che riguarda i terreni e i fondi rustici), così come i tipici cognomi Bertola e Bertaia.

image-1Insieme a la "Barca", i due quartieri erano pressoché isolati dalla città, fino alla costruzione del ponte ferroviario Amedeo VIII sul fiume Stura di Lanzo nel 1884, poi completamente rifatto a cinque campate per la viabilità automobilistica di Strada Settimo, nel 1933, su progetto di Mario Dezzutti.

Il centro dell'antica borgata é piazza Monte Tabor, dove passa la pista ciclabile del lungofiume che unisce il Giardino Franco Milone alla borgata Verna (la parte ovest di Bertolla), quindi continua fino a San Mauro Torinese.

image-1Borgata Bertolla, è nota per l'attività dei lavandai che, dalla fine dell’Ottocento e in modo organizzato dai primi del Novecento, si occupavano di lavare i panni per quasi tutti gli abitanti della città.

 

 

 



image-1Chi viveva, infatti, in città, non aveva la comodità dell’acqua all’interno delle abitazioni, e un’ordinanza comunale del 1934 vietava lo sciorinare dei panni nei rivi cittadini e l’asciugatura degli stessi per le vie della città al fine di evitare che questa assumesse un aspetto poco decoroso.
Così tutte le famiglie erano costrette a dare da lavare tutta la biancheria: lenzuola, tovaglie, indumenti, e quant’altro.

 



image-1La zona di Bertolla, caratterizzata da molti canali (bealere) che servivano d’acqua i vasti campi coltivati a mais o a foraggio per il bestiame, divenne il quartiere dei lavandai: qui si sfruttava la ricchezza d’acqua e la possibilità di usare gli spazi di campagna come asciugatoi naturali, per sviluppare la redditizia ma faticosissima attività di lavanderia.

 



image-1In precedenza, la zona veniva anche ricordata come la "Borgata dei lavandai", perché nel quartiere predominava questa attività: i suoi abitanti lavavano i panni per conto terzi. Il primo gruppo si trasferì attorno al 1872, quando, nella fase di costruzione dei Murazzi, si iniziarono le demolizioni del borgo del Moschino (attuale quartiere Vanchiglia).

In seguito ad un'ordinanza comunale del 1935 - che vietò di lavare i panni lungo i fiumi cittadini - tutti i lavandai si trasferirono verso San Mauro Torinese e Bertolla, dove utilizzavano l'acqua proveniente dalle bialere e stendevano i panni nei vasti prati allora esistenti.

L'attività continuò fino al secondo dopoguerra, ma i lavandai continuarono ad andare nelle case della città a ritirare la biancheria da lavare sino a pochi anni fa.  Una via del quartiere è stata dedicata a questo caratteristico mestiere.

Storica rimane ancora la chiesa di San Grato, già cappella rurale e divenuta edificio religioso nel 1853, quindi successivamente ampliata, per le esigenze della popolazione, dopo l'anno 1885.
Fra il 1884 e il 1954 il quartiere ospitò il capolinea di una breve diramazione della tranvia Torino-Settimo Torinese.

 

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