La Società degli Ebanisti e Minusieri

Quando, nel 1634, il duca Vittorio Amedeo I volle mettere ordine
nel mondo del lavoro diede un posto preminente ai «minusieri».
Erano raffinati fabbricanti di mobili, stipettai, ebanisti, ecc.
Fece sistemare la loro Università, risalente al XIV secolo,
nell'antichissimo vicolo Santa Maria.

La Società degli Ebanisaic Minusieri, è codificata da più di tre secoli e mezzo.
L'uso di una Cappella in Santa Maria di Piazza risulta dal 7 luglio 1636.
In quel periodo sorsero molte confraternite favorite
dagli stessi Principi Sabaudi che tutelavano l'ar­te.

Di tale natura fu la Società «Mastri Legnaiuoli Ebanisti e Carroz­zai di Torino».
Oltre che in campo artistico fu giuridicamente ricono­sciuta
quale Università con relativi privilegi reali e ducali.

Soprattutto nel 1700 la società acquista rigidi poteri vincolanti
e condiziona l'acquisto del titolo di «mastro» e la possibilità di aprire bottega.

Una estrema severità era la regola per l'esame di ammissione (il cosiddetto «capodopera»)
e proprio a que­sta severità corporativa si doveva l'alto livello tecnico raggiunto
dall'ar­tigianato piemontese del mobile.

L'Università non ebbe influenza sul piano stilistico poiché non di­ venne mai una «scuola» dell'arte del legno,
ma ebbe una grande importanza nel tutelare la professionalità degli associati.
Per vicende complesse legate alle aspirazioni liberisti­ che dell' epoca, venne privata da Carlo Alberto
dei privilegi di Univer­sità, con l'abolizione decretata da questi delle corporazioni.

Rimase però attiva come società di mutuo soccorso e beneficienza.
Nel 1847 si appoggiò all'Opera Pia Cerutti, creata da Re Carlo Al­berto; con riforme speciali questo Ente Morale
sollevava gli esercenti iscritti alla Società e bisognosi di soccorso.
Nel 1854 si organizzò il «Mutuo Soccorso tra i Soci con sussidi giornalieri, cure sanitarie e istruzione popolare gratuite».
La Società seguì tutte le vicende della chiesa di Santa Maria, dove aveva una propria Cappella,
tutt'ora esistente, costruita dal Vittone (S. Anna, a sinistra, appena entrati nella chiesa) e l'uso di una stanza quale sede.
Si conservano tuttora gli Statuti di aggregazione per i membri della Società, divisi in 9 Capitoli insieme
ai registri spese per la manutenzione dell'Altare e per l'arredamento della sala delle adu­nanze.

All'esterno, nel vicolo è murata la lapide con l'iscrizione: «Nell'anno 1636 in questa casa - i Mastri Stipettai
e Fabbricanti di Carrozze - di Torino e suoi borghi - si unirono in società - per il miglio­ramento
professionale - e per il soccorso dei loro confratelli.
Dopo due secoli e mezzo - i soci - a perenne ricordanza - posero - addì 26 luglio 1886».
La Società possiede un ricco gonfalone donato nel 1710 che si usava portare in processione nella
festa di Sant'Anna; un quadro della Sacra Famiglia di buon autore che si esponeva alla porta
della Chiesa nelle solennità; un prezioso paramento in tessuto d'oro con stemma; un artistico
reliquario in argento del 1728; una stupen­da lampada d'argento eseguita nel 1772;
un grande quadro in cui sono raccolti i principali documenti relativi alla Società che
nell'E­sposizione d'Arte Sacra del 1898 meritò all' Associazione una meda­glia d'oro;
un ricco calamaio d'argento dono del Comm. Luigi Marti­notti e tre belle bandiere.

 

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