Verbali delle indagini sulle attività della UPI
(Ufficio Politico Investigativo)
della Guardia Nazionale Repubblicana che operava
nella caserma di via Asti

VANNUCCHI UMBERTO


CLASSE 1892 di FIRENZE, MAGGIORE DELLA GNR UFFICIO POLITICO INVESTIGATIVO (UPI)
Interrogatorio da parte della Polizia del Popolo di Torino in data 7.6.45


Dall’aprile 1944 sono passato all’Ufficio Politico di Via Asti dove sono rimasto fino alla data dell’insurrezione.
Mi trovavo alle dipendenze del Maggiore Serloreti da cui ricevevo la corrispondenza e precisamente le denunzie
in merito alle quali dovevo procedere. La maggior parte delle denunzie provenivano dalla Federazione ed in pari
numero dall’ufficio del Questore Costa che non so dove ora si trovi esattamente. Di queste denunzie molte erano
anonime ma il comando le smistava lo stesso con l’incarico di procedere. Io per conto mio esperivo le indagini
e quando lo ritenevo procedevo agli interrogatori. Nego di aver seviziato o fatto seviziare qualcuno durante
gli interrogatori.

Posto a confronto col partigiano Nitto Attilio, il quale gli contesta di essere da lui stato maltrattato e minacciato
con la rivoltella che il Vannucchi aveva in quel momento sul tavolo affinché parlasse, ammette di aver proceduto
all’interrogatorio avendo la pistola sul tavolo. Il partigiano Nitto gli contesta che in seguito egli aveva dato ordine
di farlo trasportare a ridosso del garage sotto l’imminente minaccia e l’incubo della fucilazione immediata,
invitandole sempre a fare rivelazioni. Il partigiano Nitto prosegue dando atto di altri particolari che riguardavano
la sua condanna a morte ed i particolari che precedettero la condanna a morte del partigiano Vicini.

Riconosco di essere stato sempre severo e non esitavo ad inviare in Germania al lavoro obbligatorio moltissimi
detenuti e qualche mio dipendente di cui mi ero fatto sospetto. Esisteva presso l’ufficio politico di Via Asti,
un nucleo speciale che dipendeva direttamente dal Colonnello Cabras ed era agli ordini del Maresciallo Gallo
le cui mansioni erano segretissime ma che noi dubitavamo fossero dirette allo scopo di procedere ad esecuzioni
sommarie tanto che si attribuivano a questo nucleo le esecuzioni notturne e misteriose che avvenivano a Torino
e dintorni.
Contestatogli perché nascondesse nel fazzoletto una lametta da barba dichiara che gli sarebbe servita per radersi.
A proposito dei 4 impiccati di Corso Vinzaglio, posso dire che fu un’azione di rappresaglia in seguito al ferimento
di un ufficiale della Leonessa e fu richiesta dal Colonnello Swich, comandante del Gruppo Corazzato Leonessa.
I 4 giustiziati furono prelevati fra i prigionieri che erano a disposizione del Comando germanico, l’esecuzione è
avvenuta per opera della Leonessa. Confermo che una sera al ristorante Maestoso, in seguito ad una conoscenza
fatta occasionalmente nel ristorante stesso, ho ricevuto una delazione a carico di alcuni elementi che si trovavano
presso un ristorante di cui non ricordo bene l’ubicazione, da una signorina di Asti di cui non posso precisare le
generalità. In seguito a questa delazione ho provveduto immediatamente a mezzo telefono a far catturare questi
due elementi che risultarono appartenere all’Ufficio Politico di Via Asti, mi risultò che furono arrestati in compagnia
di alcuni partigiani che furono poi tutti denunziati per reati comuni. Non ho mai proceduto di persona ad arresti.

Gli si contesta l’arresto di 5 persone davanti alla hall dell’Albergo Maestoso. Confermo che trovandomi sulla porta
dell’albergo, sono stato avvicinato da due gruppi di persone, composti di tre e due, che si soffermarono ai miei fianchi.
Avendo avuto l’impressione che volessero prelevarmi, estrassi la rivoltella e ingiunsi a loro di entrare nell’albergo.
Mi decisi a tale atto anche perché in quei giorni ero stato preavvisato che i partigiani avrebbero agito nei confronti
di ufficiali della GNR. Proceduto all’arresto e alla perquisizione con l’aiuto del mio autista nel frattempo
sopraggiunto, li feci tradurre tutti in caserma. Ricordo di aver avuto la pratica di un facchino dell’albergo e di una
cameriera fatti arrestare dal Colonnello Nachera che li aveva accusati di aver sputato su una fotografia del Duce.

La responsabilità di tale arresto ricade tutta sul Nachera che ha firmato la regolare denunzia. Conoscevo l’Aroanno
per un agente del Serloreti. Preciso che in seguito ad una chiamata telefonica dell’Aroanno da Milano, il Serloreti
si recò a Milano e mi lasciò l’incarico di dirigere l’ufficio durante tutto il periodo della sua assenza che durò
circa 20 giorni. Non ricevevo informatrici private nell’albergo dove risiedevo. Le altre donne che alle volte
possono essere venute a trovarmi in albergo venivano per ragioni affettive o per rapporti sessuali.

Un’altra fonte di informazioni ufficiali e molto attiva era l’Alto Commissariato per il Piemonte e la Prefettura.
Gli agenti di tali enti da me conosciuti sono: Ten. Col. dell’esercito Riccardo Proietti, Borghatti, ragioniere alto,
biondo, distinto che era il fact totum della federazione del PFR dove era tenuto in grande considerazione dal Solaro.
Il mio bagaglio personale è rimasto sul camion della colonna partita da Torino il 26 aprile 1945 che proseguì
oltre quando io mi fermai a Livorno Ferraris. Andavo in giro in borghese perché così comandatomi dal Comando
generale della GNR di Brescia.

In merito alla fucilazione del partigiano Dario Girardi, posso dire che quando la mamma di questi si rivolse a me,
la fucilazione era già avvenuta su denunzia del Commissario Maselli che lo aveva arrestato.
Il Capitano Azario non posso dire altro che fosse uno sgobbone e che era addetto alla matricola dei prigionieri
dell’ufficio politico di Via Asti, si trovava al seguito della colonna con la quale ci allontanammo da Torino.
Il Capitano Ferrero era da me conosciuto come capo dell’ufficio che si intestava al suo nome stesso e svolgeva
funzioni analoghe alle mie. In un secondo tempo so che il Capitano Ferrero fu incaricato dello scambio degli
ostaggi e recuperare le salme. Fu esonerato dal servizio in seguito ad un ordine del Comando Generale
per precedenti morali.

Deposizione di Piero Migliarina, facchino presso l’Albergo Maestoso.
Posso dichiarare che il Vannucchi era in stretta amicizia con il Serloreti poiché li vedevo sovente a pranzo
insieme ed a passare serate anche insieme al Dottor Aroanno.
Io avevo notato che il Vannucchi riceveva ogni sera un gruppo di informatrici ed una alla volta riferivano
sull’operato della giornata. Ho sorpreso una volta una di queste che dava spietate informazioni fissando luogo
e persone, precisazione a me sfuggita perché parlavano a bassa voce, circa l’arresto di elementi patrioti.
Il Vannucchi disponeva subito a mezzo telefono affinché suoi agenti si recassero sul posto per l’arresto.
Si trattava di un locale in Via Bazzani. Ricordo che verso le 5 del pomeriggio il Vannucchi ha proceduto di
persona all’arresto di 5 giovani, uno dei quali si era presentato al banco del portiere per chiedere
informazioni circa un ufficiale dell’aeronautica.

Con la pistola in mano egli ha radunato tutti e 5 nella hall dell’albergo e con l’aiuto del proprio autista e
dei rinforzi giunti da Via Asti li ha fatti portare in caserma. Posso dire che il Vannucchi riceveva delle
donne in camera tanto che io e il direttore ed il portiere di notte supponevamo fossero delle “amiche”.
Vannucchi era sempre in borghese, solo negli ultimi giorni girava in divisa di maggiore della GNR e in
tale occasione ha dichiarato che avrebbe difeso strenuamente la caserma di Via Asti.

Secondo uno dei dattilografi della caserma:
"Nel novembre del 1944 era stato messo agli arresti perchè accusato di estorsione di denaro ai danni dei detenuti".

 

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