Scheda del personale dell'UPI
(Ufficio Politico Investigativo)
della Guardia Nazionale Repubblicana
che operava
nella caserma di via Asti

DECHIFFRE, TULLIO
(Savona, 1919-Milano, 1985)


Abitante in via Rosolino Pilo 37, laureato in giurisprudenza.
Decorato di medaglia di bronzo al valor militare come sergente
dei Bersaglieri prima sul fronte albanese, poi su quello greco
e infine sul fronte russo.

Dopo l'armistizio, aderisce al Pfr e nel dicembre 1943 fonda
il Gruppo d'azio­ne giovanile «Onore e combattimento».
Nel luglio 1944, con la militarizzazione del partito, diviene
sergente della Bn «Ather Capelli» e contemporaneamente
assume il comando del reparto del Gruppo d'azione
inquadrato nella Bn.

Nel settembre dello stesso anno, di ritorno
da un rastrellamento, rimane ferito in un conflitto
a fuoco con i partigiani nei pressi di Casel­le.
In seguito a quell'attacco, preleva lungo la strada due ostaggi
che fa fucilare per rappresaglia alla Barriera di Lanzo.
Con il pretesto della mancata osservanza di alcune norme
disciplinari, ma in real­tà perché lo sospetta di aver aderito
ad un gruppo dissidente denominato Movimento giovani
italiani repubblicani, Solaro ne dispone il fermo sul finire del 1944.

Rimes­so in libertà, nel gennaio 1945 viene nominato componente
del direttorio del fascio repubblicano torinese.
A partire dal marzo 1945 comanda una squadra speciale del­la
Federazione che compie nottetempo numerose esecuzioni di
appartenenti al movi­mento di liberazione, tra cui quella delle
sorelle Arduino e quella di Antonio Banfo e Salvatore Melis
(vedi il resoconto di questa vicenda nella pagina principale).

Il 31 marzo 1945, in occasione della cerimonia commemorativa
di Ather Capelli, viene decorato di medaglia d'argento al valor
militare per i fatti di Caselle. Ritiratosi con la colonna fascista
che lascia Torino tra il 27 e il 28 aprile, si rende latitante
fino al dicembre 1945.

Viene però arrestato l'anno seguente a Livorno e processato dalla
Corte d'Assise Speciale di Torino che il 7 dicembre 1946 lo
condanna alla fucila­zione nella schiena, poi commutata
- nell'aprile 1948 - nell'ergastolo.
(Vedi la sua desposizione al processo, nella pagina principale)

Il 23 dicembre 1950 la pena è ulteriormente ridotta a 10 anni e,
infine, con un'ordinanza, Dechiffre è amnistiato qualche anno dopo.

Uscito dal carcere romano di Rebibbia nel luglio 1954,
si stabilisce a Milano in via Sant'Andrea 21 e si iscrive
all'Associazione nazionale combattenti Rsi.

Nel capo­luogo lombardo, grazie alla rete di conoscenze e di
solidarietà esistenti fra camera­ti, inizia a lavorare presso
lo studio legale di Cesare Carnazzi, ex capo della provin­cia
di Aosta, conosciuto a Torino nell'autunno 1944,
quando l'alto funzionario è stato segretario di Zerbino.

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