CABRAS GIOVANNI
(Bortigali, NU 1901 - Cagliari 1981)
Congedato nel 1923 per alcuni anni commercia in latticini.
All'inizio degli anni Trenta si arruola nella Milizia.
Il l° febbraio 1932 viene assegnato all'Ispettorato del Comando
zona della Sardegna, fino al marzo 1935.
Quindi parte volontario per la campagna d'Etiopia al comando
di una compagnia della Divisione Camicie nere «XXI Aprile».
Rientrato in Italia, nel marzo 1937 prende parte alla
guerra civile spagnola.
Nel giugno 1939, viene assegnato al Comando di Napoli
con il grado di aiutante maggiore della 138° Legione.
Sul finire dello stesso anno torna in Sardegna,
come capo dell'Ufficio ordinamento presso il
Comando zona di Cagliari.
Allo scoppio della guerra diventa comandante del 176° Battaglione
d'assalto della 1" Legione «Sabauda»,
fino al novembre 1942.
Nel marzo 1943, viene destinato in Croazia, a disposizione
dell'11° Corpo d'armata con l'incarico di comandante
del 3° Battaglione arditi di Corpo d'armata.
Dopo l'armistizio, disarmato dai tedeschi, resta consegnato
per diverse settimane nella caserma «Vittorio Emanuele»
di Lubiana con altri 2 mila uomini.
Soltanto il 9 novembre, dopo aver aderito alla Repubblica sociale,
lascia la prigionia e arriva a Torino. Grazie all’interessamento di
Domenico Mittica viene assegnato al comando di un costituendo
battaglione di reclute con sede a Rivoli.
Agli inizi di giugno del 1944 assume la carica di vicecomandante
dell'UPI della Gnr. Il 15 luglio è promosso simultaneamente
colonnello e comandante provinciale dell'Upi della Gnr.
Il 9 ottobre, viene scelto per dirigere il nuovo Comando militare
provinciale di Torino nato dalla fusione tra il Comando provinciale
della Gnr e il Comando provinciale militare dell'esercito.
In questa veste si rende responsabile di numerosi atti
di repressione contro la Resistenza.
Il 28 aprile 1945, sotto l'incalzare dell'insurrezione,
abbandona il capoluogo piemontese guidando una colonna fascista
di circa 3 mila persone, mentre il Cln lo condanna a morte
mediante impiccagione.
Il 5 maggio 1945 viene arrestato dagli anglo americani a Strambino,
nei pressi di Ivrea. Tradotto nel capoluogo piemontese, il 16 agosto 1945
viene processato per il reato di collaborazionismo e condannato
a 20 anni di carcere; nel gennaio 1947 è però amnistiato dalla Cassazione
e posto in libertà.
Nel marzo dello stesso anno si trasferisce a Monserrato,
all'epoca un sobborgo di Cagliari, dove si stabilisce definitivamente.