Il suo compito era di far parlare i detenuti, per strappar confessioni
o anche soltanto per una punizione preventiva.
Si andava in una stanza dove c'erano gli inquisitori.
Bonaglia era accanto all'uscio: appena il malcapitato entrava,
giù una scarica di ceffoni per fargli perdere ogni baldanza,
ogni velleità di resistenza.
Poi cominciava l'interrogatorio e cominciavano i pugni:
"Non sai i nomi dei tuoi compagni? Ah, sì? E allora prendi questo ... ".
Era il turno di Bonaglia.
Non si faceva sollecitare, si allenava su quei poveri corpi indìfesi,
adolescenti o vecchi che fossero.
Non aveva mai avuto avversari cosÌ facili sul "ring" ...
Un pugno ammaccava il naso, un altro allo stomaco mozzava il respiro,
un diretto spaccava un sopracciglio, un altro squassava il petto.
Ridotti in uno stato pietoso i disgraziati o confessavano preparando
nuove vittime o firmavano un qualunque verbale
che venisse loro esibito.
C'era sempre Bonaglia pronto a rincarare la dose finché bastava.
E Bonaglia era solo uno dei "massaggiatori" per quanto, dato il
suo passato di professionista, il più autorevole ... .
Fu poi ucciso il 2 marzo del 1944 da due partigiani nel suo paese, a Druent.