Barche sul Po nel 1834
Gite romantiche
Le barche sul Po devono ormai essere con siderate come degli ottocenteschi «fiacres», cioè dei sopravvissuti appartenenti ad un periodo tramontato.
Il loro anno d'oro fu il 1911, in piena «Bèlle époque». Era l'anno della «Grande Esposizione», l'anno di Mario e Dorina, protagonisti di “Addio Giovinezza” di Sandro Camasio e Nino Oxilia.
Era il tempo di passeggiate in barca al chiaro di luna, con mandolini e chitarre che accennavano alle prime note di «Tripoli, bel suol d'amore», popolare canzone di un'epopea che rese al suo autore, il giornalista Giovanni Corvatto, ben 150 lire, 75 subito e 75 dopo la vendita delle prime mille copie.
El Capitan
Pochi mesi prima, intorno al 1910, Carlin Longo, detto «El Capitan», uno dei più popolari «lupi» di fiume torinesi, era riuscito con la sua «Battellina» a navigare sul Po da Torino a Venezia.
A quei tempi gli appassionati del fiume, sin dall'alba, si affollavano ai Murazzi, il quartier generale dei barcaioli per essere i primi a prenotare una «pagaia» o una «veneziana».
D'estate non era raro sorprendere qualcuno alle quattro del mattino sdraiato e sonnecchiante nell'imbarcazione, in attesa che Carlin Longo o Berto Franchin aprissero l'imbarcadero e gli mettessero a disposizione i remi per «doi sòld ed remà».
Numerosi erano allora i noleggi di barche; il Po era solcato da uno sciame di pagaie e di veneziane con «tòte» spensierate e «giovnòt» allegri e chiassosi. C'erano anche le coppie sospirose che preferivano il «gir an barca» alla sera, con i remi abbandonati alla ventura.
I barcaioli dei Murazzi lavoravano da giugno a ottobre e servivano complessivamente - nei periodi di punta - non meno di quattromila clienti alla settimana. Nel 1931 si pagava una barca 4 lire all'ora; poi il prezzo aumentò intorno al 1939; prima della seconda guerra mondiale si era a l0 lire all'ora. Dopo la guerra rimasero 260 barche a nolo e ben presto si rivelarono più che sufficienti a soddisfare le necessità, considerando anche il fatto che molti Circoli e Associazioni Nautiche disponevano già di un gran numero di moderni natanti.
Barche sul Po nel 1954
La vita del «barcareul» si svolgeva tutta a bordo delle veneziane e entro certe casupole in riva al fiume, che talvolta si trasformavano esse stesse in natanti, in caso di alluvioni e inondazioni; infatti nel 190l il barcaiolo Carlin Longo dovette per tre volte rincorrere mobili e stoviglie che ... s'erano messe a navigare.
Premi per i salvataggi
L'attività dei barcaioli sul Po era molteplice: remavano, pescavano, traghettavano, salvando a volte anche delle vite. Soccorrevano disperati che s'erano gettati nel fiume o temerari che si erano troppo avventurati nella corrente. A quei tempi un salvataggio fruttava 10 lire di premio e Carlin ne contava ben 44 al proprio attivo: quasi 500 lire di vite umane ricuperate! A questo proposito si narra sui Murazzi del Po il famoso episodio del carro del Sangone. Un carro, trainato da due buoi, a causa del cedimento di una passarella precipitò nel Sangone. Carlin si prodigò e riuscì a trarre in salvo conducente e bestie; per il primo fu compensato con 20 lire e per i buoi ebbe un premio di 100 lire dalla Società Protettrice degli Animali.
Un amico di Carlin, Berto, nacque su una veneziana e fu al servizio sul fiume per più di sessant'anni.
Negli alberi genealogici di queste caratteristiche figure non si trovano che «barcareuj» e «barcareule» (le quali molto sovente, specialmente in zona Rubatto, facevano anche le lavandaie).
Anche i traghetti costituivano fonte di guadagno: con mezza lira ci si poteva far traghettare da una riva all'altra del Po (la tariffa per le coppie scendeva a 80 centesimi).
Intorno al 1930 le acque del Po erano solcate dalla motonave Vittoria che faceva servizio con orchestrina, pista da ballo e bar.
La motonave Vittoria ai Murazzi nel 1911
Tuffatori spericolati
I più abili e spericolati, al suo passaggio, facevano il tuffo dal ponte della Gran Madre (allora c'era molta più acqua nel Po) con successivo e pericoloso salto della diga nel punto di maggior corrente (cioè dopo piazza Vittorio). Oltre che dalla motonave lo spettacolo emozionante era sempre seguito da una piccola folla sul ponte; intanto altri giovani, in vena di concorrenza, erano disposti ad emulare i barcaioli acrobati nautici.
Navigazione sul Po
Idroscalo
Sul pelo dell'acqua atterravano come per gioco piccoli idrovolanti dalle ali di libellula. Là dove l'Idroscalo doppiava sul fiume dalle acque ancora terse il suo tetto ondulato, il Po scorre ora grigiastro, mentre a più nessuno viene in mente di farsi traghettare o di fare una lenta gita ritmata dallo sciacquio cadenzato dei remi. Come quello del fiaccheraio, anche il nobile mestiere del barcaiolo è giunto al suo malinconico tramonto.