Venchi
Silvano Venchi iniziò l'attività di dolciere a 16 anni. A 20 investì tutti i risparmi per acquistare due calderoni di bronzo e cominciare le sperimentazioni culinarie nel suo appartamento. Nel 1878 aprì il laboratorio in via degli Artisti. Agli inizi del 900 deve la sua fama soprattutto grazie alle "Nougatine", a base di nocciole tritate e caramellate, ricoperte di cioccolato extra fondente. Il laboratorio si estende a 300 metri quadrati.
Nel 1900 l’azienda cresce rapidamente e il laboratorio occupa una superficie di 3000 metri quadrati.
Nel 1960: Venchi, Unica e Talmone si fondono in un’unica azienda: la Talmone-Venchi-Unica che diventa una delle più grandi imprese d’Italia fino allo scioglimento della società che porta ora la Venchi ad essere una piccola realtà locale.
Unica
Nel 1924 Riccardo Gualino (1879-1964) creò la Società Anonima Unica, che riunisce le fabbriche Michele Talmone, Moriondo & Gariglio, Cioccolato Bonatti e Gallettine & Dora Biscuits.
L’Unica si stabilisce nel quartiere di Pozzo Strada, dove nel 1921 viene edificato uno stabilimento esteso su 100.000 metri quadrati, diretto dal biellese Rino Colombino.
Ci lavorano 1.500 operai e 300 impiegati, con una produzione giornaliera di 40.000 kg di cioccolato, 15.000 kg di cacao, 20.000 kg di caramelle e confetti e 25.000 kg di biscotti.
Il complesso comprende un laboratorio chimico sperimentale, un ufficio postale e telegrafico, una centrale automatica
telefonica, una rimessa con officina meccanica per la manutenzione di oltre 20 autocarri, un magazzino doganale per il cacao in cauzione (capace di contenere 15.000 sacchi), una palazzina di 12 alloggi per la famiglia del direttore dello stabilimento e di alcuni capi addetti ai servizi tecnici, un reparto cartonaggi (che produce 9.000 scatole al giorno) ed un reparto segheria (che produce 1.000 casse al giorno).
Un apparato di queste dimensioni riesce a raggiungere, giornalmente, livelli produttivi elevatissimi: 20.000 chilogrammi di caramelle, 25.000 di biscotti, 15.000 di cacao che, vista anche l’alta qualità della produzione, rendono "il consumo di massa e popolare".
Per rendere più immediata la diffusione dei prodotti a porzioni sempre più vaste di clientela, la U.N.I.C.A., oltre ad avere una rete di circa 300 negozi nei principali centri italiani, investe molte risorse anche nella pubblicità. Artisti di grande spessore sono incaricati della realizzazione dei manifesti, lo stabilimento di corso Francia 325 è visitato da illustri personalità (nel 1926 sarà il Principe di Piemonte).
All’Esposizione di Tripoli del 1930 che la campagna pubblicitaria e commerciale della U.N.I.C.A. tocca il punto più alto. Infatti la Fiat costruisce una vettura-vetrina ambulante che attraversa il Marocco, l’Algeria, la Tunisia e la Libia per esporre i principali prodotti U.N.I.C.A.
Le difficoltà di Gualino col regime fascista portano nel 1934 alla cessione così Gerardo Gobbi, unisce le due più grandi aziende dolciarie torinesi (la Venchi e l’Unica) sotto un unico marchio e dà vita alla Venchi & Unica, con un capitale sociale di 37.200.000 lire.
Gobbi, che assume contemporaneamente le cariche di Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale provvede a modernizzare lo stabilimento che occupa 3000 dipendenti.
La Venchi Unica, che continua ad impiegare una forza lavoro prevalentemente femminile fornisce anche un servizio interno di assistenza infantile ai figli delle operaie. Infatti il complesso di corso Francia, è dotato di un ampio locale, chiamato il nido dei bambini, destinato ad accogliere i figli delle dipendenti (anche prima del 40° giorno di vita) non appena queste si trovano in grado di riprendere il lavoro dopo la gravidanza.
I lavoratori della Venchi Unica partecipano, tra il 1943 e il 1945, a tutte le agitazioni di protesta contro la guerra e il regime: le giornate del marzo 1943, lo sciopero generale del marzo 1944 (quando la produzione si blocca dal 3 al 6 marzo) e quello del 18 aprile 1945 (che si conclude con un grande comizio tenuto davanti ai cancelli della fabbrica senza nessuna reazione fascista), fino ad arrivare al 25 aprile 1945, nel pieno dell’insurrezione, quando l’azienda, presidiata dagli operai, è teatro di una violenta sparatoria contro una divisione tedesca che, in ritirata, percorre corso Francia.
Nel dopoguerra la Venchi Unica, riprende con successo la propria produzione (nel 1947 si assiste ad un nuovo aumento del capitale sociale portato alla ragguardevole cifra di 312.480.000 lire) che sarà definitivamente interrotta solo negli anni ’70, con il tracollo dell’azienda entrata nell’universo finanziario di Michele Sindona (1914-1986).
Lo stabilimento viene abbandonato nel 1978.